Domenica riprende il campionato, la Fiorentina gioca a Udine e per Vincenzo Montella è una sfida nella sfida visto che affronterà, anche se lui da allenatore e l’altro da giocatore, Totò Di Natale. Sono amici fin da piccoli, fin da quando la loro storia è iniziata nella Scuola Calcio San Nicola di Castello di Cisterna vicino Napoli. Uno prima e l’altro dopo. Entrambi, però si ritrovano nelle giovanili dell’Empoli. Montella ci arriva nel 1987 a 12 anni, Di Natale nel 1990 a 13 anni. Quest’ultimo, però, non si ambientò subito e una notte ‘scappò’ per far ritorno a casa. Solo dopo l’intervento di Vincenzo Montella, Di Natale decise di tornare a Empoli dove poi anche lui avrebbe iniziato quella che poi è stata la sua carriera.
Entrambi però, e non solo loro, devono molto a Lorenzo D’Amato. E’ lui che oltre trent’anni fa decise di aprire una scuola calcio in un paese di 5-6mila abitanti e alla fine scovare, crescere e portare al calcio che conta giocatori come Vincenzo Montella e Totò Di Natale. LaViola.it ha contattato il talent scout proprio alla vigilia di Udinese-Fiorentina, alla vigilia della sfida Montella-Di Natale.
In un paese di circa 5mila persone come ha fatto tanti anni fa a scoprire giocatori come Montella e Di Natale?
“E non solo, anche Caccia e Lodi. Tutto inizia nel 1983-84 quando porto all’Empoli Nicola Caccia, poi nel 1987 portai Montella e qualche anno dopo Di Natale. Montella giocava da portiere e un giorno lo tolsi dalla porta e gli feci fare l’attaccante. Lui non voleva fare l’attaccante perché gli piaceva fare il portiere, era anche bravo. Da lì, però, inizio la sua grande carriera da attaccante”.
Quando ha capito che aveva le qualità per diventare un grande giocatore?
“Il momento è stato quando lo portai all’Empoli e nelle giovanili, mostrò subito il suo vero valore, il suo grande talento. Lui è sempre stato un ragazzo intelligente, uno che sapeva quello che faceva. E poi era un ragazzo che stava a sentire quello che uno gli diceva”.
Tra Montella e Di Natale chi il più forte?
“Mah, ognuno è forte nel suo. Montella era più opportunista diciamo, Totò più fantasista, più veloce di Montella”.
Montella allenatore così bravo e capace sin da subito l’ha sorpresa?
“Guarda, fin da giovane a casa sua a Empoli quando si guardavano e commentavano le partite lui aveva già l’atteggiamento da allenatore, a volte mi chiedevo ‘ma come fa? Questo ragiona e gioca da allenatore’ perché si discuteva la tattica, la tecnica dell’allenatore come preparava la squadra. Lui era già completo a livello mentale. Lui era già predisposto per fare l’allenatore. Già lo dimostrava nel parlare e come si mostrava”.
Caccia, Montella, Di Natale e Lodi chi le ha dato più soddisfazioni?
“Mah, le soddisfazioni le hanno date tutti. Per adesso certamente Montella perché oltre a essere stato un grande giocatore è anche un grande allenatore. Auguri agli altri la stessa cosa. Poi Caccia, che adesso collabora Montella”.
Quanto è importante Caccia per Montella?
“Molto. Sono dello stesso paese e si conoscono da bambini, hanno fatto le giovanili nell’Empoli e se l’ha voluto con lui vuol dire che ha fiducia in lui”.
Un giocatore come Di Natale sarebbe utile oggi nella Fiorentina di Montella?
“Sarebbe sicuramente ideale, gli darebbe una grande mano si, anche se in rosa ci sono giocatori come Rossi e Gomez. Per adesso la Fiorentina dimostra di essere una grande squadra, che ci sia o non ci sia Di Natale”.
E invece Lodi, giocatore che la Fiorentina segue e che potrebbe arrivare nella prossima sessione di mercato?
“Io ritengo che per la carriera di Lodi solo alla fine abbiano capito il suo vero ruolo. All’inizio, pure nell’Empoli, lo facevano giocare interno sinistro, interno sinistro alto. Nessuno, nessuno lo aveva fatto giocare come adesso, mediano centrale alla Pirlo. E’ questo il suo vero ruolo. E giocando lì, se arriverà alla Fiorentina, potrà dare una grande mano ai viola”.
Caccia, Montella, DI Natale, Lodi, ma come fate a ‘sfornare’ grandi giocatori a ripetizione. Qual è il vostro segreto?
“Non solo, abbiamo anche Piscitiella a Pescara e Diego alla Roma come tanti altri giocatori all’Empoli. Noi siamo un paesino di 4-5mila anime ed è stata una grande impresa portare i ragazzi a questi livelli. Noi abbiamo la passione che ci porta avanti, siamo 5-6 persone che nonostante l’oggi da 31 anni abbiamo questa scuola calcio che è all’avanguardia e nell’ultimo anno abbiamo dato sette giocatori a società come Catania, Perugia, Teramo e Napoli. Sarà la fortuna di saperci fare, non lo so. L’unica cosa, un solo rammarico. Una volta che questi giocatori diventano campioni si dimenticano da dove vengono”.
Ci spieghi, si riferisce a Caccia, Montella, Di Natale e Lodi?
“Non è per fare polemica ma se ci fosse stata da parte loro una ulteriore mano per far andare avanti questa società, non tanto per una questione economica ma soprattutto morale. Più che altro per Montella e Di Natale. Montella, per esempio, all’inizio della sua carriera quando era alla Sampdoria fece una grande cosa con la Nike, al raggiungimento dei 15 gol ci davano 15 milioni. Non è una questione di soldi, ripeto, ma in quel periodo si fece una grande festa a Castel Cisterna, vennero tanti giornalisti, ci fu una presentazione al Circolo della Stampa a Napoli. All’epoca la Nike lo fece per Montella, Guardiola e un giocatore in Germania e queste cose fanno bene al calcio, ai ragazzi”.
Nella sua scuola calcio c’è chi oggi può ripercorrere la strada di Caccia, Montella, Di Natale e Lodi?
Non nascondo che poco fa ho parlato con la Fiorentina, con Niccolini. Ci conosciamo anche con Cappelletti dai tempi di Empoli. E quest’anno dovrebbero venire a vedere qualche ragazzo. Intanto, però, la settimana prossima porterò due giocatori del 2000 al Siena: Nocerino, un portiere, Masillo, un attaccante sinistro”.
Ultima cosa, domenica chi vince: Montella o Di Natale?
“Guarda, a dir la verità sarebbe meglio il pareggio ma visto quanto ci tiene a vincere Montella, visto la grinta che tiene e si capisce da quella risatina che fa tutte le volte che parla, diciamo che questa volta faccio il tifosi per Montella. Per farlo salire in classifica, sarebbe bello vedere una Fiorentina lottare per la Champions, per lo scudetto”.
Di
Redazione LaViola.it