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Dall’Eccellenza all’esordio in Conference. Mezzano a VI.IT: “Vi racconto Bianco”
Le dichiarazioni dell’ex allenatore del giovane centrocampista viola reduce dall’esordio in Conference League
Minuto 74 di Hearts-Fiorentina, Alessandro Bianco prende il posto di Amrabat e fa il suo esordio in Conference League. 419 giorni dopo il debutto contro il Cosenza in Coppa Italia e a distanza di 4 giorni dal suo ventesimo compleanno, il classe 2002 è tornato in campo agli ordini di Vincenzo Italiano. Un ritorno atteso quello del giovane centrocampista viola, che in estate ha rinnovato il proprio contratto ed è rimasto a Firenze nonostante le numerose offerte. Per conoscerlo meglio, LaViola.it ha contattato Luca Mezzano, ex difensore tra le altre di Inter e Torino, che ha allenato Bianco al Chisola, formazione dilettantistica piemontese dalla quale la Fiorentina lo ha prelevato:
Che sensazioni ha provato nel veder esordire un suo ex giocatore in una competizione internazionale?
“Sono molto contento per Alessandro. E’ una grande emozione, sono soddisfazioni anche per un allenatore: sono felice di essere riuscito a dare una piccola mano a un ragazzo che ha la qualità e la testa dalla sua parte. L’ho potuto allenare quando era ancora un ragazzino e faceva intravedere le sue enormi potenzialità, perché ha qualità sotto tutti gli aspetti, da quello cognitivo a quello tecnico e fisico, ma anche nella professionalità e nella personalità. Spero davvero che da adesso ci sia più spazio per lui nella Fiorentina perché a livello di età secondo me è pronto e a livello di nazionale è uno dei profili più interessanti della sua annata”.
Ha avuto già modo di sentirlo?
“Ieri dopo la partita no, ma oggi gli manderò un messaggio per complimentarmi. Recentemente ci siamo anche visti a Torino quando è venuto a trovarmi nel mio ristorante. Sono contento per Alessandro e la sua famiglia, che è veramente molto seria: questo è sempre molto importante per la crescita dei ragazzi”.
Al Chisola è arrivato dopo aver lasciato il settore giovanile del Torino: che ricordo ha di lui e cosa l’aveva colpita?
“Credo avesse lasciato il Torino per motivi di fisico, ma a quell’età bisogna stare attenti a dare giudizi affrettati. Era al primo anno di Allievi ed è venuto su con me a fare qualche allenamento con la Prima Squadra che aveva ottenuto la salvezza in Eccellenza da poche giornate. Ha esordito nel finale di stagione e ha sfiorato anche il gol in un paio di occasioni. Mi ha impressionato subito per personalità e qualità tecnica, ma anche per visione di gioco. L’allenatore ha un punto di vista privilegiato perché da fuori si vede meglio rispetto al giocatore, invece lui faceva delle giocate che anche io facevo fatica a vedere: riusciva a far passare la palla in spazi dove solo i giocatori di qualità superiore riescono. Era ancora acerbo a livello muscolare, ma aveva un cambio passo che metteva in difficoltà gli adulti”.
Anche con lei giocava centrocampista?
“Noi giocavamo o 3-4-2-1 o 3-5-2 e lui giocava o da trequartista o da mezzala, ma nella sua categoria giocava davanti alla difesa. E’ un centrocampista completo, può giocare sia a due che a tre. Ha tanta qualità e non è difficile trovargli una collocazione. Per il grande motore che ha può essere una mezzala di inserimento, ma anche davanti alla difesa riesce ad avere buone geometrie e riesce spaccare le linee avversarie con accelerazioni palla al piede”.
C’è un aneddoto che ci può raccontare?
“Dal punto di vista tecnico, nella prima partitella prese palla sulla trequarti, puntò il difensore più esperto che aveva giocato anche in Lega Pro, e in grande velocità lo saltò per poi essere steso a terra. Io fischiai il rigore. E’ una giocata che mi ricorderò per sempre. Finito l’allenamento chiamai subito il mio ex agente per dirgli che c’era un ragazzo interessante e che avrebbe meritato un’occasione importante. Così fu: a fine stagione è andato a fare un provino alla Fiorentina e con grande merito è stato tesserato per gli Allievi Nazionali. Un percorso in crescendo. Manca l’esordio in Serie A che probabilmente sarebbe arrivato lo scorso anno se non si fosse infortunato alla spalla. In Italia serve un po’ più di coraggio nel lanciare i giovani: per me Alessandro è una garanzia e potrà fare il bene della Fiorentina sin da subito”.
