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Dall’attesa e contropiede ad un (inutile)record di possesso palla. Ma senza quasi mai tirare
Metamorfosi viola: da attendista e contropiedista a record di possesso palla. Terza assoluta in Serie A, ma senza mai tirare in porta
Non corre, se non a bassi ritmi, non crea e non segna. Nonostante il cambio di allenatore la Fiorentina non ha avuto alcuno scossone. Né nella testa o nel carattere, né tanto meno su principi di gioco.
METAMORFOSI. Da squadra votata alla fase offensiva con due costruttori di gioco in mediana con Montella, si era passati con Iachini ad una formazione con la chiara idea di chiudersi e ripartire in contropiede. Con chiunque, anche contro avversari che giocavano alla stessa maniera. Poi la nuova inversione di tendenza. Fatta, tuttavia, solo sulla carta da chi ha allestito una rosa infarcita di calciatori (sempre sulla carta) dai piedi buoni ma lasciata in mano ad un tecnico con visioni di calcio totalmente differenti. E gli esiti di questo qui pro quo si sono visti. Fino al cambio Iachini-Prandelli, che ha sùbito individuato i problemi di questa Fiorentina, e che è stato preso proprio per valorizzare un certo tipo di caratteristiche di una rosa che pareva piena di qualità inespresse, ma che per far ciò avrà bisogno di tempo.
INUTILE POSSESSO. Dal ripartire in contropiede al possesso palla quasi record è stato un passaggio rapido. E quasi scontato viste le caratteristiche dei giocatori presi dalla dirigenza, ma allenati con principi di gioco tutt’altro che adatti a quelle stesse qualità. Risultato: la Fiorentina è terza in Serie A per possesso palla medio, 30’. Dati che solo ai tempi del primo Montella riusciva a raggiungere. Una serie di minuti interminabili in cui, con quel pallone, nessuno sa cosa farci se non passarla all’indietro. E infatti, là davanti, non arriva mai una palla giocabile. Nessuno, indipendentemente da chi giochi in attacco, riesce a rendersi pericoloso. E il digiuno di reti sale ad oltre 300’.
PAURE. Il ko col Benevento è una mazzata. Dura, durissima e inaspettata. E quel percorso che è stato tracciato col cambio di allenatore rischia di essere minato da ulteriori paure. Dal calendario alla classifica, c’è poco da star tranquilli. A maggior ragione per un gruppo di giocatori che pare risentire di crisi d’identità e paure. La ricerca del gioco potrebbe, dunque, cozzare con l’esigenza di dover fare subito punti, e la reazione deve essere immediata. Se non col gioco con la testa e con i nervi. Altrimenti il cammino rischia di farsi ancor più complicato di ogni più pessimistica ipotesi.