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Dall’’anno di costruzione’ alla difesa di Montella. La fiducia in casa viola è totale. Ma dopo la sosta serve un cambio di marcia

Dopo le parole di Barone anche Pradé è sceso in campo per difendere l’operato di Montella. Il ko di Cagliari fa ancora male, me c’è fiducia in casa viola. Con l’Hellas serve però cambiare marcia

FIDUCIA TOTALE IN MONTELLA Dal “fiducia in Montella? Certo, al cento per cento” di Joe Barone di qualche giorno fa, alla difesa di Daniele Pradè nei confronti dell’operato del tecnico viola. C’è fiducia totale nel lavoro dell’aeroplanino. La sconfitta di Cagliari è ancora nella mente di molti. E fa male, per come è arrivata, per come è maturata, e per il senso di impotenza trasmesso da una squadra che in campo non è proprio scesa. Inerme, con la testa altrove e incapace di reggere il minimo urto di un Cagliari che sembrava il Barcellona. E non può essere un discorso tattico, o di scelte. E non può essere un alibi la maggiore esperienza della rosa a disposizione di Maran o l’assenza di Ribery. Ma all’interno della Fiorentina la consapevolezza di essere incappati solamente in una domenica no è quella che va per la maggiore. Così come la fiducia nel tecnico c’era quando è stato confermato dopo il disastroso finale dello scorso anno e dopo la prima sosta in cui erano arrivati due ko.

FIDUCIA NELLA ROSA C’è fiducia nel lavoro di Montella, ed anche nella creatura messa a disposizione dello stesso tecnico viola. Perché se è vero che su qualche aspetto, di scelte e tattico, Montella può aver commesso degli errori, è altrettanto vero che anche la stessa rosa che il ds viola ha costruito e dato in dote a Montella ha evidenziato dei limiti e delle lacune. Per dinamiche legate al mercato, per tempistiche e per una mole di lavoro che richiede mesi di programmazione e non può basarsi sull’improvvisazione. Ma questo lo sa Pradé stesso, lo sa Montella, lo sa Barone e lo sa Commisso. Ed è bene ricordarlo.

STIAMO LAVORANDO’ Se il mantra di Commisso è sempre stato Fast Fast Fast, anche il ‘datemi tempo’  è stato ripetuto più e più volte. Non è un caso se Joe Barone e Daniele Pradé ogni volta usano l’espressione ‘stiamo lavorando’. Perché non esiste squadra nel calcio che in un mese venga prima smantellata, poi ricostruita, quindi assemblata, e che vinca da subito. In Italia c’è l’esempio Milan, anche colossi come il City ci hanno messo del tempo prima di diventare tali. La Fiorentina sta gettando delle basi importanti. Una domenica no di Castrovilli ci sta, ma i margini di miglioramento di questo talento puro e cristallino sono esponenziali. Caceres ha toppato solo la gara in Sardegna, così come Milenkovic e Pezzella sono sbandati solo in Sardegna ed in poche altre circostanze. La solidità difensiva e la capacità di questa Fiorentina di non concedere praticamente nulla a tanti avversari ed in diverse partite, prima di Cagliari appunto, era cosa nota. Davanti, invece, c’è un problema, così come in mediana. Vlahovic in Sardegna ha mostrato le sue due facce. Se per 75 minuti non ha mai visto il pallone, nel finale ha messo a segno due reti belle e che lasciano ben sperare. Boateng non ha risposto come nelle attese, e Pedro è ancora un mistero. Sarà pronto, prima o poi. In mediana non è pensabile che Pulgar, Badelj e Castrovilli giochino sempre al massimo. E Zurkowski, Benassi, Cristoforo e Dabo non sono un parco alternative all’altezza. Sperando che il giovane polacco e l’ex Toro smentiscano le stesse scelte di Montella fin qui e diano risposte incoraggianti già a Verona.

ANNO DI COSTRUZIONE E poi il concetto che fa storcere il naso ai più: “Stiamo costruendo”. Che è diverso dall’anno di transizione. L’ambizione di stare a ridosso della zona Europa, e provare ad entrarci c’è. Ed è stata dimostrata con i fatti. Perché anche nelle ambizioni di chi prendeva Gil Dias, Norgaard, Gerson c’era quella intenzione, ma veniva messa in pratica con mezzi e fatti differenti. Non è un autodifesa quella della Fiorentina, ma pensare di poter lottare già per la Champions era ed è utopia. Con un altro allenatore quanti punti in più avrebbe potuto avere la Fiorentina? Con De Paul in mezzo al campo? Forse qualcuno in più, anche se non è detto, ma non molti di più. Perché serve il giusto tempo per creare meccanismi, identità, gioco, e ottenere risultati che poi facilitano il tutto.

CAMBIO DI MARCIA Tra l’andarci piano e prendere imbarcate come quella di Cagliari, però, ci sono delle vie di mezzo. Ed alla ripresa del campionato, dopo la sosta, la Fiorentina avrà subito un test importantissimo come quello contro l’Hellas. Poi Lecce in casa e Cittadella al Franchi in Coppa Italia. E servirà un cambio di marcia a questa Fiorentina. Da parte di Montella, che non può pensare di non avere colpe se la sua squadra scende in campo con l’atteggiamento visto a Cagliari, e dai singoli. Perché Chiesa sta deludendo, ed altri devono tornare sui proprio livelli. Anche senza Pulgar e Castrovilli a Verona, serve imboccare una strada che dia segnali decisamente diversi rispetti a quelli visti nell’ultimo filotto di partite. Fiducia o meno, adesso, inizia ad essere arrivato il tempo delle risposte, per capire se tutte le basi gettate siano all’altezza o meno.

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