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Dalla cessione ai tempi del mercato. Dirigenti, allenatore, giocatori… e il rischio di partire in ritardo

Le trattative per la vendita della Fiorentina e la necessità di fare in fretta. In campo e fuori, potrebbero cambiare molte cose. Ma serve farlo piuttosto in fretta.

Cambiamenti. Un momento storico per la Fiorentina, il passaggio dai Della Valle alla nuova proprietà. Verosimilmente con a capo Rocco Commisso, italo-americano pronto a sbarcare nel calcio italiano. “Un minuto dopo la fine del campionato ci saranno molte cose che noi vogliamo affrontare con chiarezza e consapevolezza di quello che vogliamo fare”, aveva detto Diego Della Valle nella famosa lettera di inizio maggio. Di fronte al CdA, il proprietario della Fiorentina ha comunicato l’esistenza di una trattativa per la cessione della società. Un processo che “potrebbe garantire alla Fiorentina un nuovo assetto azionario nel più breve tempo possibile“. Già, i tempi. Quelli del calcio, legati al mercato e alla programmazione, scorrono veloci. Ma potrebbero non collimare perfettamente con quelli di una cessione di società che prevedono un passaggio di circa 200 milioni di euro. Mica noccioline. Con tutte le garanzie e la burocrazia del caso.

Già nelle trattative che negli ultimi anni hanno portato alla cessione di diversi club di Serie A (Inter e Milan, ma non solo), è emerso come spesso non siano proprio rapidi i tempi del passaggio da una proprietà ad un’altra. Anche normale, visto i milioni e le centinaia di carte in ballo. Il calcio, però, non aspetta. I giorni passano, e fanno la differenza nella programmazione ‘di campo’, nel trattare un giocatore piuttosto che un altro. La Fiorentina, in questo senso, non ha troppo tempo. Un caso su tutti: Traorè. Bloccato da gennaio per 12 milioni, carte firmate ma non depositate in Lega. Poi il tira e molla sul supplemento di visite mediche, il giocatore che ha inanellato ottime prestazioni trascinando l’Empoli quasi verso la salvezza, e una situazione che dallo stallo sta portando l’ivoriano sempre più lontano da Firenze. Non un fenomeno, Traorè, ma un classe 2000 che (pur con una cifra molto importante, vista anche la retrocessione degli azzurri) poteva rappresentare un bell’investimento per il futuro. Senz’altro più di Rasmussen, pagato 7 milioni e poco in campo (con prestazioni spesso negative) con l’Empoli.

Come ammesso anche da Montella, la programmazione in casa Fiorentina è ferma da qualche settimana, visto che il rischio B aveva rimandato ogni discorso a fine campionato. E adesso il passaggio di proprietà ha ulteriormente messo in ghiaccio tante situazioni. Una cosa normale, vista la trattativa in corso per la cessione della società. Una cessione che riguarda da vicino, del resto, proprio il parco giocatori. Una Fiorentina con o senza Chiesa, ad esempio, ha tutto un altro valore, così come con o senza Milenkovic o altri. E difficile anche pensare di impostare o chiudere adesso trattative per calciatori in entrata.

Anche perché, chi andrebbe a trattare? Con la prossima cessione societaria, Corvino potrebbe infatti perdere il posto. Freitas ha già lasciato, e l’assetto dirigenziale sarà da ricostruire. Nuovo direttore sportivo, nuovi uomini mercato. Così come l’allenatore è in bilico. Montella ha un contratto per altri due anni, ma la sua permanenza con Commisso (o chi sarà il nuovo proprietario) è tutt’altro che scontata. Va da sé che in questo contesto è difficile programmare il futuro, se non si conoscono nemmeno gli interpreti che ci saranno per la prossima stagione.

Vero è che anche in altre piazze è un momento di stallo per l’incertezza delle guide tecniche. Tanti allenatori devono accasarsi o cambiare panchina, altri aspettano la chiamata per obiettivi superiori. Juve, Milan, Roma, Samp, Bologna, Genoa, tutte squadre che ancora non hanno certezze sul futuro allenatore. Ma che comunque a livello dirigenziale hanno senz’altro strutture più consolidate rispetto ai viola. E quindi, al di là del tecnico, possono programmare sul mercato.

Siamo ad inizio giugno, è vero, ma non c’è troppo tempo da perdere. Mentre alcune cessioni stanno comunque per essere definite, soprattutto alla luce delle volontà precise dei diretti interessati. Veretout verso Napoli è una trattativa già in ponte e ben avviata da tempo, così come la cessione di Dragowski verso la Premier League. Difficile capire se l’ufficialità potrà arrivare prima del closing societario, senz’altro sarebbero una trentina di milioni di arrivo che potrebbero anche influenzare la trattativa tra le parti. Si vedrà. Intanto sarà un’altra settimana importante per capire l’evoluzione di tante situazioni. Mentre si aspetta un restyling di larga parte dell’assetto societario. Dirigenti che, tra l’altro, dovranno anche gestire gli oltre 25 giocatori di rientro dai vari prestiti. Una mole di lavoro non banale, specie se l’obiettivo sarà quello di ripartire con buone ambizioni.

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