Con enorme trasparenza e limpidezza Prandelli non ha mai nascosto limiti e carenze di singoli e gruppo, usando spesso il bastone. Ora serve la svolta
Quando era subentrato a Iachini, tra gli obiettivi di Prandelli (e della Fiorentina) c’era anche quello di far migliorare il gioco della squadra viola. Così come il tirar fuori qualità e caratteristiche di una rosa che nell’ottica di molti era piena di valori inespressi. I risultati hanno detto altro, costringendo la Fiorentina a dover fare enormi passi indietro dal punto di vista di mentalità, assetto tattico e gioco, e di certificare che questa rosa dovrà passare più tempo a guardarsi alle spalle piuttosto che poter salire in classifica.
STOCCATE. Da Fiorentina-Benevento a Napoli-Fiorentina Prandelli non ha fatto mistero, anche pubblicamente, di limiti e carenze, sia nei singoli che nel collettivo. In principio fu: “I dati fisici sono stati imbarazzanti”, sottolineando più volte che questa squadra non correva, e che dovesse dare assolutamente di più. Poi fu la volta del: “Nei momenti difficili vedi i veri uomini”, rimarcando carenze di personalità e attributi in più di qualche calciatore. Molte volte Prandelli ha sottolineato l’esigenza di far capire a questi calciatori peso e importanza della maglia viola, e il rispetto per i tifosi fiorentini. Fino al “dobbiamo capire che non abbiamo chissà quali qualità, che siamo in lotta per la salvezza e dobbiamo giocare di conseguenza”. Mettere da parte spocchia e autocelebrazioni, ma tirar fuori attributi e fame. E qualche progresso si è visto, tanto dal sottolinearlo dopo le gare con Cagliari e Inter in Coppa: “Abbiamo dimostrato di volerci sporcare le mani, lottando”. Fino al ko senza appello di Napoli: “Dobbiamo chiedere scusa ai nostri tifosi”.
AI SINGOLI. Mentre Iachini tendeva spesso ad utilizzare, almeno pubblicamente, la carota, da Prandelli spesso è stato utilizzato il bastone. Fin troppo trasparente (non usuale nel calcio moderno) nell’evidenziare limiti e carenze anche a livello di singoli. Senza giri di parole. Più volte Prandelli ha evidenziato qualche limite e difficoltà per Castrovilli, ad esempio, soprattutto nel trovare la giusta posizione in campo in base a richieste ed esigenze tattiche. Oltre a quel: “Deve ritrovare serenità e spensieratezza nel giocare senza paura tentando la giocata” che ha evidenziato qualche carenza di personalità nel dieci viola. Di Kouame ha evidenziato più volte i limiti nel primo controllo del pallone, mentre di Vlahovic aveva più volte sottolineato come dovesse migliorare, e tanto, nello smarcamento. Qualcuno è cresciuto, e ha preso in parola quei dettami. Altri meno. E infatti è andato via. Da Lirola a Cutrone, mentre altri sono stati anche tenuti fuori, come Ribery nel secondo tempo a Napoli ‘per scelta’, come ha detto Prandelli.
A SE STESSO. Stoccate ne ha avuto anche per se stesso, nel sottolineare il suo non doversi far condizionare nelle scelte dall’’essere tifoso’ della Fiorentina, ma anche nella consapevolezza di essere dinanzi ad un bivio. Sabato, contro il Crotone non può non portare alla causa viola tre punti. Il proverbiale bastone è stato tirato fuori, ora servono i risultati. Da parte del tecnico, perché a Napoli si può anche perdere ma non per scelte tattiche esageratamente sbilanciate, e da parte della squadra.
Di
Gianluca Bigiotti