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Dal Torino al Torino, un girone dopo: le aspettative iniziali e l’amara realtà

Venerdì parte il girone di ritorno per la Fiorentina: all’andata arrivò una vittoria che lasciava pensare ad un campionato quanto meno più ‘tranquillo’

Quel pomeriggio del 19 settembre 2020, al Franchi, sembrava l’inizio di un nuovo percorso. Basato sulla concretezza di Beppe Iachini, ma anche su una squadra considerata “molto forte” da presidente e direttore sportivo. Con un “centrocampo fortissimo”, con “attaccanti giovani e forti” (le parole di quei giorni, anzi di fine mercato). Con una difesa che fino ad allora era stata tra le migliori di Serie A dal post lockdown di marzo. Da quel primo gol stagionale di Castrovilli (che arrivò a quota 4 già alla 5° giornata, salvo poi fermarsi nel rendimento sottoporta) alla speranza di una stagione da vivere con l’obiettivo minimo della “parte sinistra”, ma con la sensazione all’interno della Fiorentina che si potesse giocare un ruolo da outsider vicino alle zone europee.

DIFFICOLTA’ COMUNI. Un girone dopo, di nuovo il Torino. Ma stavolta, più che gara tra due pretendenti alla medio-alta classifica, sarà uno scontro diretto salvezza. Un’amara realtà che sia viola che granata stanno condividendo da qualche stagione. Perché se a Firenze dopo l’esonero di Iachini è arrivato Prandelli, a Torino Giampaolo era approdato portando un carico di aspettative basate su un calcio propositivo e per certi versi rivoluzionario. Ma l’ex Milan non è riuscito a riproporre quanto fatto con la Samp e con l’Empoli, e dopo essere stato confermato a lungo da Cairo, è stato sostituito dieci giorni fa da Davide Nicola. Non a caso, un esperto di corsa salvezza.

ASPETTATIVE E PERPLESSITA’. Anche a Torino, insomma, speravano e pensavano di vivere una stagione ben diversa. A inizio campionato, del resto, se la Fiorentina aveva il 7° monte ingaggi, quello granata era l’8° di A. Anche se come per la squadra di Commisso c’erano già dopo il mercato diverse perplessità: qui erano legate soprattutto all’assenza di un centravanti dal gol ‘sicuro’, alla mancata sostituzione di Chiesa e all’assenza di un regista (anche se poi i problemi si sono rivelati anche più profondi), in Piemonte già si discuteva perché la squadra era carente in ruoli chiave di quel 4-3-1-2 quasi ‘dogma’ per Giampaolo.

SCONTRO DIRETTO. Insomma, difficoltà comuni e una classifica pericolante per entrambe adesso. Certo, la Fiorentina dopo la vittoria contro il Crotone e i 12 punti nelle ultime 8 gare si è tirata un po’ su, a +7 proprio dal Torino. Mentre il 9° posto (occupato da Sassuolo e Verona), guardato ad inizio stagione per migliorare il passato campionato, dista 9 punti. I granata invece non vincono da inizio gennaio (unica vittoria nelle ultime 16 gare di A, 2° in generale in campionato) e sono appaiati col Cagliari al terz’ultimo posto a quota 14 punti al giro di boa. Il fresco cambio di tecnico, certo, può dare una spinta, e già col Benevento a Torino si è visto uno spirito diverso. Mentre i viola puntano a dare continuità nel secondo scontro diretto della settimana, in attesa poi di Inter, Samp e altre due sfide salvezza con Spezia e Udinese. Prandelli cercherà ancora l’equilibrio, accantonando il fallimentare esperimento di tridente visto a Napoli. Da quel 19 settembre, del resto, le cose sono cambiate parecchio (in tutti i sensi, visto che ad esempio Kouame era titolare e Vlahovic in panchina, e in campo c’erano Chiesa, Duncan ‘regista’ e Ceccherini). Ora c’è da pensare ai punti. E ad allontanarsi quanto prima dalla zona retrocessione.

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