Dal ritorno di Commisso alla sfida tra Gasperini e Palladino. Quella di domenica non sarà una gara come le altre
I più pragmatici diranno che quella di domenica, in fondo, è una gara come tutte le altre. Vero, ma non del tutto. A Bergamo contro l’Atalanta la Fiorentina ha il dovere di dimostrare che è cresciuta e migliorata, che gli alibi che le hanno ‘impedito’ di vincere e/o convincere nelle prime 5 partite ufficiali della stagione sono ormai stati superati. Contro un avversario di livello decisamente superiore rispetto ai vari Parma, Monza, Venezia e Puskas, Raffaele Palladino è già chiamato a dare risposte. Attenzione: ci sta benissimo di perdere a Bergamo, ma oltre ai punti (e forse ancor di più) conterà come la Fiorentina si muoverà in campo, dalla fase difensiva al centrocampo passando per identità e gioco. I punti in palio sono gli stessi di ogni partita, dunque, ma stavolta conteranno di più. Sarebbe utile uscire da Bergamo con tre punti, ma al tempo stesso inutile farlo subendo 50 tiri in porta e facendone uno, magari vincente. Ma questi sono punti di vista.
Il tutto in un posto particolare, Bergamo, dove pochi mesi fa il mondo Fiorentina venne colpito dal dramma Joe Barone, dove qualche mese più tardi la squadra è stata tenuta a lungo a rapporto dal tifo viola dopo il rovinoso tonfo di Atene in Conference League, dove ci sarà un clima da bolgia col nuovo Gewiss completamente aperto e dove spesso e volentieri i bergamaschi non hanno dato grande esempio di civiltà con insulti razzisti nei confronti di Commisso e famiglia, Barone, Terracciano, Vlahovic, Dalbert etc etc.
Contro un avversario che anche il patron viola Commisso nell’ultima intervista ha elogiato, quel ‘modello Atalanta’ che da anni ha relegato dietro la Fiorentina nelle gerarchie della Serie A e a cui la società viola vorrebbe ispirarsi ma…poi, ogni anno, il gap aumenta e non si capisce bene perché (o meglio, cosa abbia funzionato là e cosa non sia andato nel verso giusto qua negli ultimi anni lo si è intuito). Andare a Bergamo e vincere potrebbe dare almeno per qualche giorno la speranza che il nuovo ciclo inaugurato questa estate dalla Fiorentina possa magari essere il punto di svolta per provare ad invertire il trend e tornare ai livelli in cui un club come quello viola dovrebbe stare.
A proposito di tutto ciò, un tema dell’estate è stato quello del perché un giocatore dovrebbe preferire la destinazione viola piuttosto che quella bergamasca. In questo momento storico i vari Brescianini, Zaniolo e altri calciatori che nel recente passato sono stati contesi da Fiorentina e Atalanta, guarda caso, sono finiti a Bergamo piuttosto che alla Fiorentina. Anche questo dovrebbe far riflettere. D’altronde loro fanno la Champions, qui si fa da tre anni la Conference. E quando c’è stata la concreta possibilità di provare ad entrare nelle prime cinque posizioni, sappiamo tutti com’è andata a finire. Ma questo è il passato, o meglio il presente. Tornare a quel passato in cui l’Atalanta guardava la targa alla Fiorentina, tra l’altro anche a chilometri di distanza, deve essere la ‘mission’ del club viola.
E poi c’è la sfida nella sfida tra Gasperini e Palladino, il maestro e l’allievo. Il Gasp, anche lui protagonista di diversi spiacevoli episodi con la Fiorentina (dalle accuse a Chiesa agli insulti ai tifosi della Fiorentina passando per quelli a Commisso “è un maleducato, tutte le volte che apre bocca è come scoperchiare un tombino” etc etc), che negli ultimi anni ha particolarmente sofferto l’ex tecnico viola Italiano (anche se con quel 4-1 in semifinale di Coppa Italia Italiano perse molto del credito positivo accumulato). Adesso di fronte si troverà il suo ex calciatore Palladino, che non ha mai nascosto di ispirarsi proprio al Gasp, per ritmi di lavoro, modulo e intensità. Al Monza, però, Palladino ha fatto 3 ko su 3 incroci, motivo in più per azzerare un tabù che, a dire il vero, è solo uno dei tanti. Il tecnico viola, infatti, non ha ancora mai vinto da quando allena a Firenze, con 5 pareggi su 5 gare. Non vince una partita ufficiale dal 16 marzo 2024 (il giorno prima che Barone accusasse il malore che poi lo portò a perdere la vita) quando col Monza stese il Cagliari, 14 gare in totale tra brianzoli e viola. Ora, dopo aver chiesto giustamente tempo, anche Palladino deve dimostrare qualcosa, anzi molto.
E a proposito di Commisso, chissà che il suo ritorno previsto per le prossime ore non possa dare un input positivo ad una Fiorentina che deve cambiare passo, già da Bergamo. Sarà curioso capire come il patron viola sarà accolto dalla tifoseria, visto il malumore che nei giorni della cessione di Nico alla Juve ha portato il Franchi a non risparmiare critiche e contestazioni per l’operato della dirigenza, poi parzialmente lenite dagli innesti in mediana delle ultime ore di calciomercato. Dopo quella con l’Atalanta, inoltre, la Fiorentina disputerà 3 delle successive 4 gare in casa con Lazio, Tns e Milan (fuori casa, invece, ci sarà l’Empoli), e se le cose dovessero mettersi male domenica, il contesto ambientale per le gare a seguire potrebbe complicarsi. Meglio non pensarci, sperando che da Bergamo la Fiorentina torni sulla ‘retta via’ e inizi un percorso importante, per non dire esaltante.
Per tornare alla premessa, dunque, quella di domenica è sì una partita come le altre, ma neanche più di tanto.
Di
Gianluca Bigiotti