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Fu il fiore all’occhiello della campagna acquisti dell’estate 2017, quella delle grandi cessioni e della rifondazione. Due anni dopo, Giovanni Simeone lascia la Fiorentina. Tra premesse e promesse non mantenute, e un’involuzione evidente, il Cholito prova adesso a rilanciarsi a Cagliari. A 24 anni ha tutta una carriera davanti, alla Fiorentina era ormai chiuso da Boateng e Vlahovic. Dopo aver rifiutato durante l’estate diverse destinazioni, tra cui Verona, Sampdoria e inizialmente anche Cagliari, l’argentino si è convinto a partire. Per ricominciare. Anche dopo le due panchine di fila contro Monza e Napoli, e dopo un’estate passata a fare il subentrante come esterno offensivo.
SOGNO CHAMPIONS. “Mi sono tatuato lo stemma della Champions League. Il giorno in cui ci giocherò e farò un gol, bacerò quello stemma“, disse Simeone qualche tempo fa. Alla Fiorentina si presentò, dopo un investimento da 17-18 milioni totali, con 14 gol e 5 assist in 38 partite (di cui 36 da titolare). Non male per un ragazzo di 22 anni che veniva da 14 gol in 37 partite al primo anno in Italia al Genoa. Una stagione in cui però il Cholito fu molto discontinuo, con diverse reti sbagliate e periodi di astinenza. Con gol anche importanti, come quelli alle milanesi, alla Roma e la splendida tripletta contro il Napoli. La quotazione s’impenna, la Fiorentina rifiuta anche un’offerta da oltre 30 milioni in estate: Corvino gli dà così fiducia, non affiancandogli una punta di rilievo l’anno dopo. Mossa non azzeccata: due gol nelle prime quattro gare, poi un lungo digiuno fino alla panchina da gennaio in poi, con l’arrivo di Muriel. Alla fine sono appena 8 gol totali (6 assist) tra campionato e coppa Italia, in 40 partite (27 da titolare).
PANCHINA. Una storia che non poteva non concludersi con la separazione. Con la Fiorentina che, con un’operazione da 15-16 milioni totali, riprende i soldi dell’investimento iniziale, e il Cagliari che acquista un giocatore ancora giovane che fino a qualche mese fa era nel giro della Nazionale argentina. Da quel dito mostrato ai tifosi dopo il gol di Fiorentina-Empoli, come a zittire i presenti e quelli che criticavano per le reti che non arrivavano, alla perdita del ‘posto fisso’ in attacco. Con Muriel anche Pioli ha progressivamente messo fuori il Cholito, cosa che si è acuita con l’arrivo di Montella. Feeling mai nato con l’Aeroplanino, nel finale della scorsa stagione come in estate. E cessione inevitabile, nonostante che a parole sia l’allenatore che Pradè avessero provato a rilanciare il giocatore.
NEL MITO DI BATI. Simeone saluta così Firenze, e prova a ripartire da Cagliari. Dove ritrova Pavoletti, adesso infortunato. E una città che è pronta a dargli nuova fiducia. A Firenze ha trovato anche l’amore (la fidanzata Giulia Coppini), in Sardegna proverà a spiccare di nuovo il volo. In viola si presentò con la maglia numero 9, nel mito di Batistuta. Un idolo per qualsiasi centravanti argentino nato negli ultimi 20 anni. Lo stesso Simeone, tra l’altro, segnò anche davanti al Re Leone contro il Torino, e l’anno prima raccolse i ‘consigli’ di Bati durante la sosta di marzo per infilare poi tre gol di fila in tre partite. Una rarità. Paragone scomodo con il bomber di Santa Fe, ma soprattutto prestazioni che spesso (nonostante una determinazione mai venuta meno) culminavano con il 5 in pagella. Adiòs, Cholito. Y buena suerte.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
														 
														 
														
Di
Marco Pecorini