Una settimana è passata dallo scempio di Palermo. Ed il treno per l’Europa League è forse all’ultima chiamata. Vincere contro il Sassuolo fuori, e fare più punti possibili contro Lazio in casa e Napoli fuori, prima di chiudere il campionato in casa col già retrocesso Pescara. La mission impossibile della Fiorentina inizia contro la squadra di Di Francesco. Sperarci non è vietato, crederci è già più difficile. Ma la società continua a ribadire di crederci. Vuole provarci fino all’ultimo. La matematica ancora non condanna i viola, ma il raziocinio in parte sì. La condanna a vivere di rimpianti, per quello che poteva essere ed invece non è stato. Bastava non suicidarsi contro il Palermo, bastava fare due punti tra Empoli in casa e rosanero fuori e adesso sarebbe tutto diverso. Invece, stavolta solo per colpe proprie, la Fiorentina deve gettare il cuore oltre l’ostacolo e provare a dare un senso a questo ultimo mese di campionato. E pazienza se alla fine anche questa stagione resterà negli annali del muro del pianto, sempre che restare fuori dall’Europa League attraverso un doppio preliminare faccia strappare i capelli ai più, ma fare una grande partita per la dignità della maglia che si indossa è un dovere per questo gruppo. Farlo contro il Sassuolo, e in tutte e tre le gare che succederanno quella del Mapei Stadium. Se anche a Reggio Emilia dovesse arrivare un’altra prestazione infima come quella del Barbera, non solo se ne andrebbero definitivamente i sogni europei, ma anche il rispetto di una tifoseria che ha festeggiato lo scudetto delle Women’s con grande passione e trasporto ma che è di assistere a partite come quella di Palermo ne ha fin troppo piene le scatole.
Stavolta la vigilia non è attaccabile. La proprietà ha fatto sentire la propria presenza. In loco, con tutti i vertici schierati in Emilia. Non saranno tollerati atteggiamento e mentalità avuti dalla squadra a Palermo. Fuori gli attributi, e giù le maschere. Chi non se la sente può anche farsi da parte, come ha detto Sousa a Palermo alla squadra. “Daremo l’anima” ha ribadito Andrea Della Valle che dopo aver guardato tutti negli occhi una settimana fa prima della partenza per la Sicilia si è sentito tradito. E stavolta chi non suderà la maglia al massimo delle proprie possibilità si giocherà il futuro. Sotto gli occhi del padrone guai a sgarrare. Certo, se questi protocolli si fossero verificati durante tutto l’anno (e/o sempre) qualcosa nel corso dei recenti eventi avrebbe potuto prendere pieghe differenti. Ma meglio tardi che mai. E pazienza se non porterà a niente in questo finale di stagione. Ma se dovesse ripetersi ancora (e con auspicabile costanza) anche in futuro, magari prima che i buoi siano già scappati, chissà che non possa portare reali benefici al cammino della Fiorentina che verrà. Perché è vero che la società è sempre presente perché il 10 paga gli stipendi, come ha detto Corvino, ma il pugno duro del padrone deve esserci sempre. Basta eccessivi buonismi. Basta essere assenti. E’ l’ora dell’inversione di tendenza.
In palio c’è la dignità di molti che tra un mese lasceranno Firenze. Più o meno amati che siano, tutti hanno la grande chance di poter in extremis lasciare un buon ricordo di sé stessi. Quantomeno come esempio di professionalità, che non per tutti pare essere un marchio di fabbrica. D’altronde a Firenze sono ancora osannati calciatori di non certo altissimo spessore tecnico ma che in campo sapevano mettere il cuore. Perché a Firenze chi ci mette il massimo impegno viene sempre apprezzato. Ed uno di questi potrebbe essere il prossimo allenatore della Fiorentina. Ma come ha detto Adv non è il momento di polemiche o altre cose: tutti uniti, col Sassuolo i ragazzi daranno l’anima. La riprova tra poche ore.
Di
Gianluca Bigiotti