Un mese dopo fa ancora specie pensare come la Fiorentina abbia potuto giocare quella sfida al Ferraris con Milic esterno alto. Una mossa poco spiegabile da parte di Sousa, ed infatti arrivò la sconfitta nel recupero contro il Genoa. Un gol arrivato subito, con infilata proprio da quella parte mancina. Nel giro di un mese, da quel Genoa-Fiorentina, è cambiato nel frattempo molto in casa viola.
Era il 15 dicembre 2016, si giocò dal 28′ dopo la sfida rinviata a settembre per il clamoroso acquazzone che allagò il Ferraris. La Fiorentina, in quella gara, ci capì poco e niente. Mai in partita, quasi mai pericolosa (tranne una traversa di Zarate). Per l’assetto tattico, per l’atteggiamento. Il Genoa vinse con muscoli e grinta, ma proprio nel Grifone ne sono cambiate di cose, nell’ultimo mese. Juric messo in discussione, un punto in cinque partite (contro il Crotone, domenica scorsa), l’uscita dalla Coppa Italia, le cessioni di Pavoletti e Rincon, i tanti infortuni.
Così come nella Fiorentina. Come se le prospettive si fossero ribaltate, dopo poco più di un mese. Dopo la sconfitta cocente a Genova, i viola persero anche a Roma contro la Lazio, per poi fare 3-3 in casa contro il Napoli. Da lì le due vittorie di fila contro Juve e Chievo, più la doppia sfida Chievo-Napoli in coppa Italia che ha estromesso sì dalla manifestazione la squadra di Sousa, ma ha anche regalato qualche certezza in più.
Limiti senz’altro, ma anche consapevolezza di potersela giocare. Al di là di tutto. Convinzione nei propri mezzi, autostima. Doti che non c’erano un mese fa, quando tutto pareva più difficile. Forse anche per quella confusione che spinse Sousa a mettere Milic ala sinistra, forse per un piccolo filotto di risultati che ha ridato verve a giocatori che parevano appassiti. Ovviamente il tutto andrà dimostrato sul campo, ma la Fiorentina aspetta il Genoa al Franchi con la voglia di ripartire e di continuare la corsa in campionato. Niente sogni di gloria, né obiettivi (forse) entusiasmanti. Ma la voglia di reagire, sì, quella è tornata.
Di
Marco Pecorini