All’andata col Bologna la sua prima gara da allenatore viola. Media punti da ottavo posto per Beppe Iachini. Ma per il futuro scendono le possibilità di restare
Esattamente un girone fa iniziava l’avventura di Beppe Iachini sulla panchina viola. La situazione di classifica con cui la sua Fiorentina si presentò al Dall’Ara di Bologna era a dir poco delicata. Tre sole lunghezze di vantaggio sulla zona B, due punti rimediati nelle precedenti sette gare di campionato. Una difficoltà enorme nel trovare la via del gol, e una facilità imbarazzante nel subirne una valanga per la sesta peggior difesa del torneo.

UN GIRONE IN TRINCEA. Al Dall’Ara, un girone fa, si vide subito la mano di Iachini. Squadra chiusa, con mentalità provinciale, e ripartenze. Rischi pochi, e due/tre contropiedi sprecati in malo modo da Chiesa, Boateng e Vlahovic. Un girone passato praticamente in trincea da Iachini e con lui dalla Fiorentina. Spesso e volentieri brutta, operaia, e quasi mai garibaldina, ma capace di tirarsi fuori dai bassifondi della classifica e di rimediare in un girone 26 punti.
MEDIA PUNTI DA OTTAVO POSTO. Se è vero che la matematica non è un’opinione, la Fiorentina con la media punti di Iachini sarebbe oggi all’ottavo posto con 49 punti. Di mezzo, tuttavia, c’è stata una pandemia (ancora in corso) e una serie di parametri sballati da un campionato anomalo che ha da una parte azzerato il lavoro di preparazione atletica che Iachini aveva rifatto nella sosta natalizia, e i cui frutti si stavano iniziando a vedere nel momento in cui è scattato il lockdown, e dall’altra permesso ad alcune squadre di riavere a disposizione calciatori che altrimenti sarebbero stati ancora ai box. Nel caso della Fiorentina, ad esempio, Ribery e Kouame su tutti. Ma anche di dover avere a che fare con atleti colpiti dal covid-19, che ha imperversato come in nessun’altra squadra d’Italia nello spogliatoio della Fiorentina.
VALUTAZIONI. Tutti aspetti da valutare per chi come la Fiorentina l’anno prossimo vuole puntare a fare un campionato a medio-alta classifica e lottare per l’Europa. In una estate, oltretutto, in cui i tempi saranno compressi e il lavoro sia tattico che atletico dovrà essere fatto in fretta e furia e il periodo di adattamento per un eventuale nuovo tecnico sarà di fatto inesistente. A Commisso Iachini piace. Non è un mistero. Ma le voci su De Rossi, Spalletti, Juric e De Zerbi prima, e su Giampaolo e Di Francesco (quest’ultimo in grande ascesa) poi, c’erano e ci sono. E nessuno, al momento, ha ufficialmente detto che Iachini sarà il tecnico della Fiorentina 2020-21. Ma sbagliare, di nuovo, la scelta dell’allenatore con cui iniziare la stagione, come fatto con la conferma di Montella un’estate fa, sarebbe letale per le ambizioni della società viola e per la crescita che vuol mettere in atto la Fiorentina. Ottenuta la salvezza, è ufficialmente iniziato il tempo delle riflessioni e delle scelte per la dirigenza viola. Da non fallire. Intanto, Iachini, dopo un girone in trincea, ha vinto la sua battaglia. Con un rendimento, numeri alla mano, quasi da zona Europa. E non era scontato.

Di
Gianluca Bigiotti