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Dal 7-1 alla gara-verità per Montella: inizio e fine 2019, riecco la Roma. A gennaio una mano dal mercato: stavolta c’è tempo

La tripletta di Chiesa e la notte magica del Franchi illusero tutti, ma l’anno solare è stato disastroso. L’Aeroplanino si gioca tutto venerdì. E aspetta una mano da Pradè.

Minuto 92 di Fiorentina-Inter: Dusan Vlahovic prende palla a centrocampo, accelera su Skriniar e dopo una fuga di 50 metri infila Handanovic sotto la Fiesole. Il Franchi torna ad esultare, è la prima grande gioia dopo un mese e mezzo avaro di soddisfazioni. Un gol che vale ‘solo’ un punto, ma contro la capolista e contro Conte assume un valore importante. Significa autostima, possibilità di ripartire, voglia di reagire, al di là delle difficoltà. Che restano, evidenti, per una squadra che continua ad avere problemi strutturali e di idee di gioco. Al di là di tutto, una risposta della squadra anche nei confronti dell’allenatore.

UN PO’ PIU’ VICINO. ‘Day by day’, aveva detto Commisso prima di ripartire per gli Stati Uniti. Il pareggio contro l’Inter ha dato il segnale che Rocco sperava di vedere: il presidente si è detto soddisfatto, e adesso la panchina di Montella è un po’ più salda. Nella settimana più difficile, quella che sembrava dover segnare la fine della sua seconda esperienza a Firenze. Chance di permanenza vicine allo zero, pensavano in molti. E invece l’Aeroplanino arriva alla sfida contro la ‘sua’ Roma con diverse credenziali in più.

TUTTO PER TUTTO. Perché Commisso e la dirigenza tireranno le somme da sabato in poi. Quello che è andato bene, quello che è andato meno bene (parecchio) nei primi sei mesi di gestione. E quel guardare ‘partita dopo partita’ si riferiva da vicino all’allenatore. Tenuto in sella dopo le quattro sconfitte consecutive con Cagliari, Verona, Lecce e Torino, adesso Montella si giocherà il ‘tutto per tutto’ contro i giallorossi. Con l’Inter la squadra ha dato un segnale chiaro (anche se sul piano del gioco i limiti sono stati ancora palesi), ma è evidente che non dovrà essere un fuoco di paglia ma l’inizio di un nuovo percorso. I passi in avanti (specie nell’atteggiamento) dovranno essere confermati, altrimenti tutto torna in discussione.

RIFLESSIONI. La priorità di Rocco è sempre stata chiara: fiducia a Montella e ad un gruppo incompleto sì, ma che è chiamato a crescere. È evidente però che le prestazioni viste nelle settimane passate non sono accettabili, così come ha iniziato a preoccupare la classifica. Un anno senza obiettivi minimi ma che deve portare ad una crescita dei singoli e di squadra: ripetere la difficoltosa stagione scorsa sarebbe un fallimento. E quindi è chiaro che la sosta di Natale porta con sé riflessioni più accurate sul tecnico e non solo. Verrà fatto un bilancio, ci sarà tempo per pensare ed intervenire.

MEGLIO CON LE GRANDI. Prima però la Roma, snodo cruciale. La Fiorentina in stagione ha giocato meglio con le grandi che con le medio-piccole: un solo punto con le tre neopromosse, ma i viola hanno fermato Inter, Juve e Atalanta con diversi rimpianti nelle partite contro Conte e Gasperini. Contro i giallorossi ci si aspetta quindi una prova di carattere. Paradossalmente, anche a livello tecnico, per una squadra come la Fiorentina, in difficoltà nel fare la partita, più facile fare la prestazione giusta contro una formazione forte, che contro una medio-piccola che gioca sfruttando gli errori degli altri. E il cammino avuto fin qui lo dimostra.

QUEL 7-1. Venerdì l’ultimo atto del 2019. Un’annata molto complicata, con il rischio retrocessione della passata stagione e l’attuale 13.mo posto (e attenzione al recupero Brescia-Sassuolo di domani). Ci sarà la Roma a chiudere un anno solare che era partito con grandi aspettative con quel 7-1 di Coppa Italia al Franchi, e si sta concludendo con il triste score di 32 punti in 35 partite di campionato (appena 6 vittorie, solo il Genoa ha fatto peggio). Molto è cambiato da quel fine gennaio, dalla proprietà all’allenatore, fino ad una rosa in gran parte rinnovata. È rimasto Chiesa, che però sembra lontano parente di quel giocatore che segnò una tripletta in quella partita. A proposito, Montella spera di recuperarlo dopo i duri colpi subiti contro l’Inter. Al pari di Castrovilli, anche lui acciaccato domenica.

UNA MANO DAL MERCATO. Sarà, infine, una partita speciale anche per Daniele Pradè. Un altro ‘punzecchiato’ dai tifosi per questa prima parte di stagione complicata. “Abbiamo fatto la squadra in 50 giorni”, ha sempre ripetuto il ds ribadendo il fatto che si tratti di una squadra incompleta. Il mercato di gennaio è spesso difficile, sì, ma la Fiorentina ha molto da ‘riparare’, e di occasioni deve trovarne. In estate sono stati ‘risparmiati’ 30/40 milioni, i viola sono chiamati a recitare un ruolo da protagonisti adesso. Visto che di tempo per programmare stavolta ce n’è stato decisamente di più. Uno o due attaccanti, un centrocampista, un difensore: Pradè ha già in testa gli obiettivi, servono giocatori pronti a dare subito un contributo importante. Florenzi, Politano, Keita, Bonifazi: nomi più o meno caldi, profili seguiti così come altri profili importanti che stanno trovando poco spazio in club di prima fascia. Tanti ‘colpi’ estivi hanno fin qui deluso (da Lirola a Boateng, da Badelj a Pedro, fino a Ghezzal): adesso, con quattro mesi di programmazione in più, serve anche un grossa mano dal mercato.

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