Altro che integralista, Italiano ha cambiato più volte la faccia della sua Fiorentina. E contro la Lazio ha trovato una nuova soluzione
Vincenzo Italiano è tutto fuorché un integralista del modulo e se le cose vanno male, o comunque nelle sfumature del negativo, non si fa problemi a svoltare. Tre anni di Fiorentina, quattro sistemi di gioco differenti proposti e il passaggio dall’uno all’altro, in forma definitiva o solo contingente, è coinciso con la necessità di cambiare rendimento e risultati della squadra viola, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
TUTTO INIZIA QUI. Vincenzo Italiano l’inventore si presenta a Firenze nel segno del 4-3-3, che era e rimane il marchio di fabbrica nella logica di ciò che il tecnico conosce meglio e meglio sa trasmettere ai suoi: difesa rigorosamente a quattro, Torreira fa il regista (alternandosi con Amrabat) tra due interni di centrocampo in cui spicca Bonaventura e il tridente là davanti. Intuizione giusta, intuizione vincente, per una Fiorentina di nuovo nelle Coppe europee, in un campionato nel quale ha saputo coniugare spesso concretezza di risultati a frizzantezza di gioco, pur perdendo a gennaio Vlahovic che fino a quel momento aveva segnato venti (20) gol in ventiquattro (24) partite tra Serie A e Coppa Italia.
JACK TREQUARTI. L’anno a seguire la virata decisa, perché la Fiorentina è troppo discontinua. Italiano capisce che è il momento di intervenire e lo fa per gradi con una mossa che sembra semplice e che diventerà fondamentale per raggiungere lo scopo: Bonaventura (Barak se Jack non c’è o ha bisogno di rifiatare) non più interno, ma trequartista in verticale rispetto al centravanti e la formula a tre a centrocampo diventa a due con Amrabat trasformato da regista a mediano. Soluzione adottata tre-quattro volte a partita in corso, poi il 4-2-3-1 diventa definitivo post Mondiale.
ANNO NUOVO, MODULI NUOVI. Punto di riferimento (il modulo) ormai acquisito, però che Vincenzo Italiano sia tutt’altro che integralista si manifesta in tutta la sua evidenza nella stagione attuale. Con due episodi eloquenti, lampanti, di “rottura” soprattutto, entrambi all’insegna del «qualcosa mi devo inventare» pensato e pronunciato dal tecnico siciliano novello Archimede. Anche quest’anno la rivoluzione vera passa da alcuni tentativi messi in atto per difendere il vantaggio minimo della Fiorentina cinica di dicembre, e allora fuori centrocampista o attaccante e dentro il terzo centrale per difendere a cinque. Poi, arriva il Bologna in Coppa Italia e il 3-4-1-2 diventa cosa fatta. Ma Italiano piazza un altro colpo a sorpresa all’aumentare delle difficoltà di rendimento e di risultati della squadra viola in questo 2024, con Arthur dietro al quartetto composto da Gonzalez, Beltran, Bonaventura e Sottil, a loro volta alle spalle di Belotti: sei calciatori, nemmeno uno con parvenze difensive contro la Lazio di Sarri che Vincenzo Italiano mai aveva battuto. Fino a ieri l’altro.

Di
Redazione LaViola.it