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Dai segnali di crescita con Palladino a oggetto misterioso con Pioli: Richardson aspetta una chance

Amir Richardson - Fiorentina

Il centrocampista marocchino aveva chiuso la passata stagione in crescita, ma in questa non ha ancora esordito

Poco spazio in precampionato utilizzato come trequartista o vice Dzeko nel tridente con Gud e Kean provato per tutta l’estate, per poi essere finito ai margini. Negli ultimi giorni di mercato era stato anche a un passo dal lasciare Firenze: prima il Siviglia (il nodo era la formula) e poi il rifiuto all’Hellas Verona. Ad oggi, Amir Richardson è uscito completamente dalle rotazioni di Pioli.

Arrivato un anno fa dal Reims per 10 milioni dopo essersi messo in luce col Marocco all’Olimpiade, il centrocampista classe 2002 ha faticato non poco nella prima parte di stagione ad ambientarsi ai ritmi della Serie A. Palladino però gli ha sempre dato fiducia, sia in Conference che in campionato.  Credo in lui, ha caratteristiche che mi piacciono, diverse da quelle che abbiamo. Ha struttura e fisico, ma deve migliorare e capire che è il momento di alzare il livello. C’è bisogno di qualcosa in più, sembra giochi con leggerezza, ma serve qualcosa in più e oggi è andato in difficoltà. Gli chiedo tanto in non possesso, sa cosa voglio da lui e cosa deve migliorare”, le parole di Palladino alla vigilia della gara contro il Vitoria Guimaraes dello scorso dicembre.

E Amir aveva dato delle risposte incoraggianti nei mesi successivi, dove da mezzala aveva fatto vedere cambio di passo, personalità, giocate di qualità e inserimenti. In 39 presenze aveva segnato nella vittoria contro il Bologna e aveva messo a referto un assist per la rete di Comuzzo contro l’Udinese all’ultima giornata, oltre alla rete contro il LASK in Conference.

Quel potenziale e quei segnali di crescita intravisti nella seconda parte della scorsa stagione sono poi svaniti con l’addio di Palladino e il ritorno a Firenze di Pioli: il marocchino è sparito dai radar. Ancora senza minuti in queste prime partite tra campionato e Conference come Martinelli, nell’ultima gara contro la Roma si è scaldato nella ripresa, salvo poi non entrare. Adesso ci sono due settimane al Viola Park (ha anche perso la nazionale marocchina) per provare a convincere Pioli a dargli una possibilità nelle prossime partite, visto anche che le risposte date da chi è sceso in campo finora non sono state proprio positive.

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