Tutto ruota intorno a Dusan, imprescindibile per il gioco di Italiano. Ma tante le questioni da risolvere: domenica prossima si va all’Olimpico
“Siamo un cantiere aperto”. Lo ha detto Vincenzo Italiano alla vigilia del primo impegno ufficiale contro il Cosenza, e dopo la partita di Coppa l’impressione è che la Fiorentina sia sì sulla strada giusta a livello tecnico e tattico, ma che ancora lungo sia il percorso da fare. Soprattutto, un percorso legato a tanti nodi ancora da sciogliere per scoprire la Fiorentina 2021/2022. Tra una settimana i viola saranno di scena a Roma, si inizierà a fare sul serio. E tra due settimane chiude – finalmente – il mercato.
TUTTO INTORNO A DUSAN. La sensazione è che confermando in toto questa ossatura, con Vlahovic, Pezzella, Milenkovic ed eventualmente anche Lirola felici e convinti al 100% di rimanere, con la filosofia di gioco di Italiano sarebbe comunque possibile fare qualcosa di interessante, senz’altro di meglio rispetto agli ultimi due anni complicati (anche se mancherebbero comunque almeno un esterno e un regista). I dubbi, però, sono davvero tanti. A cominciare da Vlahovic. Da una parte il diktat di Commisso per arrivare al rinnovo, dall’altra il pressing di Atletico Madrid e Tottenham (ma non solo). Un Ferragosto caldo, il tempo delle scelte (per tutti) si avvicina. Riuscirà la Fiorentina a resistere? Si arriverà al rinnovo? E in caso negativo, Vlahovic può rimanere anche senza prolungamento? Interrogativi che restano a due settimane dalla chiusura del mercato. I 60 milioni che l’Atletico è pronto a mettere sul piatto (con possibile rilancio degli Spurs) possono far vacillare la Fiorentina, visto che si avvicinano alla cifra dei 70 individuata come possibile clausola rescissoria per il rinnovo.
ROCCO E LA VOLONTA’ DI VLAHOVIC. Ma per il momento le voci ufficiali da casa viola (quelle di Burdisso) indicano ancora la volontà di prolungare con il talento serbo. In gioco due variabili: l’arrivo di Commisso a Firenze atteso nel prossimo weekend, e la volontà di Vlahovic. Dusan, per ora, non ha mai puntato i piedi (come fece Chiesa), anzi. L’atteggiamento è il solito, quello di un ragazzo che ha voglia di migliorarsi e di dare tutto per il mister, i compagni e la Fiorentina. Non sta, insomma, forzando per strappare. E questa è una carta a favore dei viola. Ma è chiaro che ogni discorso resta aperto. E una Fiorentina con o senza Vlahovic prevede due versioni totalmente opposte. Perché l’ulteriore riprova, qualora ce ne fosse bisogno, si è avuta in Coppa: Dusan vale praticamente metà squadra. Per qualità, ‘fame’, atteggiamento. E gol. Ad ora i nomi dei possibili sostituti, da Belotti a Scamacca, non garantirebbero la certezza che dà Vlahovic a Italiano.
DA MILENKOVIC A PEZZELLA. Il primo, grande nodo è insomma questo. Ma non solo. Perché in difesa il tecnico viola è ripartito da Milenkovic e Pezzella, la coppia ad oggi titolare al centro del reparto. Entrambi, come noto, sono però in scadenza: il serbo pare da tempo verso Londra, ma la trattativa con il West Ham non si è chiusa e ora c’è il Tottenham che potrebbe rilanciare. Nastasic al suo posto è stato già bloccato, ma vista la lunga assenza dai campi dell’ex viola (ultima gara il 6 febbraio) certo non basterebbe per sostituire Nikola. Pezzella è un altro caso aperto: “Restare? Sì, io sono qui, sono il capitano. Sono scelte della società, decidono loro”, ha detto l’argentino dopo la Coppa. Parole che riaprono la questione, perché finora di acquirenti concreti in grado di garantire un indennizzo alla società viola non ce ne sono stati. E perdere il capitano per pochi milioni con il rischio di non sostituirlo con un giocatore più forte è un’eventualità da non percorrere.
LIROLA IN STANDBY. E se a sinistra Biraghi-Terzic può essere la coppia a inizio stagione, a destra c’è un Lirola rimasto escluso dalla Coppa che spinge per tornare al Marsiglia. C’è anche l’Atalanta, ma l’OM spera sempre di trovare un accordo con i viola. Per il momento è un ‘buco’ nella rosa viola, con Zappacosta e Stryger Larsen primi candidati a tappare eventualmente la ‘falla’. Anche per il ‘gioco delle coppie’, il solo Venuti evidentemente non può bastare.
REGISTA E MEZZALI. In mezzo al campo è Pulgar il regista designato da Italiano, ma ci sarà da lavorarci. Bianco il giovane di belle speranze che dovrebbe rimanere in rosa: basta così, o si cercherà un giocatore di maggiore esperienza in un ruolo tanto importante? Da capire. Mentre sulle mezzali c’è abbondanza: Bonaventura, Benassi, Castrovilli, Maleh, Duncan e Amrabat, in sei per due posti. Con il marocchino ex Verona che è tornato ad allenarsi ma ancora deve recuperare la condizione post operazione. Con un grande dilemma tattico: come inserirlo nel calcio di Italiano? Difficile da regista, complicato anche da mezzala di inserimento. Altro (oneroso) punto interrogativo, perché è un giocatore che è stato pagato 20 milioni, mica poco.
ESTERNI E PUNTA DI RISERVA. Davanti, detto di Vlahovic, restano anche i dubbi per la punta di riserva. Kokorin non ha convinto, Kouame dovrebbe essere mandato in prestito per avere più continuità (ma sono due giocatori per i quali la Fiorentina ha speso circa 15 milioni in totale). E sugli esterni Callejon ha fallito il primo test in Coppa, Sottil deve crescere per il calcio di Italiano. C’è Saponara, pedina duttile là davanti (col Cosenza ha giocato a destra) e soprattutto Gonzalez, una delle poche certezze per Italiano. L’argentino ha subito ben impressionato, ha gamba, ritmo, qualità e tempi di inserimento. Gli va dato tempo di adattamento al calcio italiano, come ha auspicato anche il connazionale e amico Pezzella. Ma le premesse sono ottime. Italiano, in ogni caso, ha già fatto saper di volere un quinto esterno in quella zona di campo così importante. Un Orsolini, ad esempio, giocatore che piace molto. Vedremo.
CANTIERE APERTO. Anche se, come detto, quasi tutto ruota intorno a Vlahovic. Domenica prossima la Fiorentina andrà a Roma, ancora tanti i punti interrogativi. Anche per la caratura dell’avversario, visto che i viola nel precampionato non hanno affrontato squadre di questo livello (e la difesa alta che vuole Italiano, ad esempio, non è stata mai messa sotto pressione). Certo, dando uno sguardo in Serie A ce ne sono poche (anzi, pochissime) di squadre già pronte, gli stessi giallorossi partono con diversi casi aperti e tanti giocatori da vendere (con Mourinho che chiede ancora un centrocampista). Ma bisogna ricordarsi da dove arriva questa Fiorentina. Da un 14° posto con appena 40 punti, a ben 12 lunghezze dalla Sampdoria 9° in classifica (solo per citare la penultima squadra della parte sinistra di graduatoria). Margine per fare meglio degli ultimi anni c’è, con un allenatore che quanto meno ha in mente un calcio divertente. Ma a una settimana dal calcio d’inizio il cantiere è più aperto che mai.

Di
Marco Pecorini