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Da Udine a Udine: Montiel, il gol in Coppa e la panchina. In attesa di una chance

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“Avrà una grande carriera, deve avere pazienza”, ha detto di recente Prandelli. Ma non è andato in prestito a gennaio, ora aspetta un’altra occasione in viola

Prandelli lo aveva tirato fuori dal cilindro al minuto 109′ di una gara di Coppa a dir poco bloccata. Sperando, sicuramente, che quel ragazzino dal sinistro molto interessante potesse cambiare le sorti del match prima dei rigori. Lui, Tofol Montiel, ci mise tre minuti per segnare il gol partita. Era il 25 novembre, Udinese-Fiorentina, seconda gara del Prandelli-bis in viola. La prima vittoria assoluta dal suo ritorno sulla panchina gigliata. Sembrò l’inizio di una grande parabola ascendente per il talento classe 2000 nato a Palma di Maiorca, specie in una Fiorentina che fin qui ha spesso difettato di inventiva, estro, dribbling e magari spensieratezza.

GOL, PANCHINE ED ELOGI. Invece, dopo quel gol, solo panchine in serie per Montiel, non giudicato pronto fisicamente per reggere l’urto nelle partite tirate di campionato. Anche se Prandelli, nel frattempo, lo ha spesso riempito di elogi. Parlando di un giocatore che potrà diventare importante per la Fiorentina del prossimo anno. Parole non banali, anche se per il presente l’impellenza di una classifica da mettere al riparo non permette, evidentemente, troppi azzardi.Ho speso sempre tante parole per lui: si sta impegnando, gli ho detto che avrà una grande carriera, ha detto Cesare una decina di giorni fa. Speravamo che potesse trovare una collocazione per andare a giocare qualche mese, per poi poter essere protagonista nella Fiorentina del prossimo anno. Non è successo, lui non ha perso motivazioni, sta lavorando molto molto bene. Io gli dico sempre che adesso deve soltanto avere pazienza: è in questi momenti di difficoltà che si fortifica il carattere”.

IN ATTESA DI UNA CHANCE. Già, a gennaio la Fiorentina ha provato a cederlo in prestito, ma nessuno garantiva a Montiel un posto da titolare. Così è rimasto a lavorare giorno dopo giorno con i compagni. Perché, in effetti, la precedente – e unica – esperienza in prestito non era andata benissimo, lo scorso anno al Vitoria Setubal in Portogallo: appena 6 partite su 15 giocate, solo 2 da titolare. Senza una garanzia di minutaggio altrove, lo spagnolo è rimasto così in viola. Seguito dallo staff gigliato e da Prandelli, in attesa di una nuova occasione. Magari quando la classifica si sarà messa definitivamente al sicuro da brutti scherzi. Perché la gestione di un ragazzo così evidentemente non è facile: c’è il rischio di ‘bruciarlo’, di inglobarlo nelle difficoltà generali, di riempirlo di pressioni eccessive. Oltre che di inserirlo in un contesto di equilibri precari. Prandelli ha scelto la strada del lavoro quotidiano e della pazienza.

SEMPRE FUORI. Certo è che nelle ultime settimane, nonostante i tifosi lo avessero invocato a lungo, per Montiel non c’è mai stato spazio. Neanche quando la coperta davanti era corta, tra le assenze di Ribery e il ritardo di condizione di Kokorin, o le prove negative di Kouame. Del resto, anche uno come Callejon, lontano dal discorso tattico del 3-5-2, è rimasto sempre fuori. Prandelli non vuole perdere per il momento l’equilibrio. L’ultima volta che ha provato in parte a farlo, a Napoli, è finita malissimo (6-0). Spazio per qualche novità più avanti. Lo spera Prandelli, così come Montiel. Domenica la Fiorentina va a Udine, e allora ritorna in mente quel mancino vincente dello spagnolo.

GESTIONE. Un classe 2000 fin qui non giudicato pronto fisicamente dagli ultimi allenatori viola (Montella, Iachini e Prandelli), ma che in Coppa ha saputo togliere due volte le ‘castagne dal fuoco’ (ricordate anche i due assist con il Monza lo scorso anno?). Arriverà il momento, assicura Cesare: “Tofol si deve completare fisicamente anche se ha un mancino molto importante. Sarebbe interessante capire, dopo una stagione con noi, se può essere un titolare o un’alternativa”, disse dopo Udine. Un classe 2000, anche se diversamente strutturato, Prandelli l’ha già rilanciato e fatto esplodere (Vlahovic). Chissà che questa gestione non possa portare a scoprire e far emergere, col tempo, anche il talentuoso maiorchino.

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