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Da punto di forza a punto… interrogativo. La rivoluzione a centrocampo, i dubbi per Pioli

03C’erano una volta Pizarro-Aquilani-Borja Valero. I Tre Tenori, li chiamavano: emblema di un calcio spagnoleggiante, tiki-taka e de ‘Il pallone è quello giallo’. Poi il tempo di Badelj-Vecino, ancora con Borja Valero. Ancora geometrie, un po’ più di gamba, ma palleggio e possesso a farla da padrone. E… adesso?

Da punto di forza a punto… interrogativo. È la rivoluzione del centrocampo viola. Molti dei dubbi di Pioli si concentrano lì in mezzo. Borja Valero ha chiuso un’Era a Firenze, Vecino è partito proprio all’alba di una stagione che avrebbe potuto portarlo al centro di tutto il progetto. E Badelj è più fuori che dentro, con una situazione contrattuale che non dà assolutamente certezze (scadenza 2018). Sono rimasti Carlos Sanchez e Sebastian Cristoforo, due che la scorsa stagione hanno giocato in tutt’altri ruoli rispetto a quello di mediano nel 4-2-3-1, come li sta utilizzando Pioli. Giocatori che però non possono prendersi in spalla tutto il peso della mediana viola, anche per caratteristiche e spessore.

È arrivato intanto Jordan Veretout. Uno che il ruolo lo sa interpretare bene, lì davanti alla difesa, tra grinta e visione di gioco. Ma deve integrarsi, capire il gioco italiano e le richieste di Pioli. Serve altro, insomma. Un acquisto importante, proprio al posto di Vecino. Fermo restando che un colpo importante sarebbe anche la conferma di Badelj, magari con rinnovo di contratto. Ma le indicazioni che vengono dal croato vanno in altre direzioni.

La fine di un ciclo in tutti i sensi, dal calcio fatto di qualità, possesso e fraseggi, ad un’idea basata più sulla praticità e sulla verticalizzazione. Più corsa, più grinta, pressing, meno palleggi. Questa la filosofia di base che Pioli ha provato a trasmettere in queste prime settimane al gruppo avuto a disposizione. Idee che si ripercuotono anche sul centrocampo, sulle scelte prese e su quelle che andranno fatte. Là in mezzo, del resto, si costruisce l’impronta di gioco di una squadra. Montella, del resto, basò la sua Fiorentina ‘tiki taka’ sui Tre Tenori, la Viola di Sousa che volava nei primi sei mesi di campionato aveva Vecino-Badelj che giravano a mille, più un super Borja. Ora servono scelte importanti là in mezzo. Tanti dubbi, una mediana da ricostruire.

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