Da oggi sarà più facile andare allo stadio. Il cuore del protocollo sottoscritto in pompa magna ieri in Federcalcio, sta in questa certezza. I biglietti della partita potranno essere acquistati liberamente fino a poche ore dall’inizio della partita. Ma ora lo potranno fare tutti, al di là della carta di identità, cioè della loro residenza (quindi anche della regione della squadra ospite).
A meno di specifiche prescrizioni per partite a rischio. L’unica limitazione è per il settore ospiti, dove resterà il limite dell’acquisto possibile fino alla sera precedente del match. Questa novità scatterà subito, mentre la sottoscrizione libera degli abbonamenti – quindi senza tessera del tifoso o carta di fidelizzazione – entrerà in vigore dalla prossima stagione.
Rientreranno allo stadio anche tamburi e megafoni, con le stesse modalità di autorizzazione attualmente in vigore per gli striscioni. Resta la nominatività del biglietto e il rispetto del posto assegnato.
«Da un divieto con eccezioni a un’ammissione con eccezioni», esordisce Michele Uva, direttore generale della Federcalcio. «Un investimento di fiducia nei tifosi», spiega Marco Minniti, ministro dell’Interno. «Perché lo stadio non può essere paura», aggiunge il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio. L’obiettivo «è quello di riportare le famiglie allo stadio e vivere il calcio per quello che è: un gioco», sono le parole di Luca Lotti, ministro dello Sport, che annuncia altre «novità normative in Finanziaria» (sgravi fiscali per le società sportive di base?).
Si può parlare quindi di progressivo pensionamento della tessera del tifoso, meglio della sua evoluzione in tre anni come tessera di fedeltà a «esclusivo uso di marketing per le società», come illustra Daniela Stradiotto, presidente dell’Osservatorio per le manifestazioni sportive, grande protagonista della riforma. Ecco, la fidelity del club, è il punto più alto di sfida, ma anche di incertezza. Da oggi, e la novità stavolta riguarderà tutte le società, ci sarà la possibilità per un club di dire a un tifoso: tu non hai rispettato il codice etico che hai sottoscritto, io non ti faccio entrare allo stadio. «Succede lo stesso in tanti altri tipi di spettacolo, e in tanti altri Paesi, dalla Spagna all’Inghilterra», aggiunge la Stradiotto. È il punto sul quale i club vengono chiamati a una sfida delicata.
Giovanni Malagò lo sottolinea: «Sta ora alle società assumersi responsabilità». Certo, i club dovranno essere aiutati. Per esempio con l’ammodernamento degli stadi. E qui il presidente del Coni si toglie un sassolino: «In Europa tutti i Paesi regolati dalle norme contenute nel protocollo hanno impianti nati da grandi eventi. Solo alcuni casi sono finanziati da mecenati». Come dire che quel no a Roma 2024 brucia ancora. Ma che bisogna andare avanti: per esempio investendo 20 milioni sull’Olimpico in vista dell’Europeo 2020. Sul tema impiantistica rilancia anche il ministro Minniti: «Il punto di conclusione sarà l’ammodernamento delle strutture degli stadi: questo percorso deve arrivare lì»
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Redazione LaViola.it