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Da Mertens e la Juve a Caicedo e Dzeko: una stagione di proteste viola

Commisso

Contro la Roma l’ultimo episodio controverso in un’annata che ha visto Commisso e la Fiorentina spesso recriminare nei confronti delle scelte arbitrali

In effetti si poteva capire già da quel ‘tuffo’ di Mertens giudicato da rigore alla prima di campionato che non sarebbe stata una stagione ‘serena’ per Rocco Commisso, al suo esordio nel calcio italiano. “Sono sorpreso, perché il Var non è intervenuto?“, disse con toni soft l’italo-americano alle tv (Montella dette direttamente di “simulatore” a Mertens). Qualche mese più tardi, dopo una larga sconfitta immeritata a Torino contro la Juve, i termini si fecero più accesi: “Sono disgustato, la partita è stata decisa dall’altro”,disse Rocco. “I bianconeri sono fortissimi, lasciate che vincano senza queste porcherie. Le gare in Italia sono decise dagli arbitri, non si può andare avanti così”. Dal Napoli alla Roma, dalla 1° alla 36° giornata, una stagione di proteste per la Fiorentina.

MILENKOVIC, CACERES E BENTANCUR. Tra l’altro, l’esplosione di Commisso dall’Allianz Stadium, ripresa dalle tv di tutto il mondo, arrivò al culmine di decisioni arbitrali fortemente contestate dai viola. Nella precedente sfida di campionato in casa con il Genoa Rocco si lamentò per una trattenuta in area su Milenkovic non giudicata da rigore da Orsato (non richiamato dal Var), così come per un Behrami ammonito solo nel finale dopo aver passato tutta la gara a ‘randellare’ i gigliati. E pure in Coppa Italia pochi giorni prima di Torino, con la sconfitta contro l’Inter che fece protestare la Fiorentina sia per la gestione dei cartellini che per il rigore non dato per fallo di Godin su Caceres. In quella partita contro la Juve, invece, due rigori contro di cui il secondo a dir poco generoso, con Bentancur che si lasciò cadere prima del contatto con Ceccherini.

CARTELLINI. Nel mezzo anche anche molte recriminazioni sui diversi interventi non sanzionati nei confronti dei giocatori viola: dalla gomitata di Di Carmine su Pezzella contro il Verona a Tachtsidis su Ribery contro il Lecce. Così come nel già citato match contro l’Inter. O come contro il Napoli (secondo giallo a Demme) nella gara vinta al San Paolo e contro l’Atalanta in Coppa Italia (anche qui arrivò la vittoria, ma ci furono proteste per il mancato doppio giallo a Caldara).

CAICEDO E LA LAZIO. Dall’andata al ritorno, facile poi il gancio sul doppio confronto con la Lazio: al Franchi la squadra di Inzaghi ribaltò tutto con il gol di Immobile nato dal fallo di Lukaku su Sottil, mentre all’Olimpico le proteste si concentrarono sui rossi non dati (Bastos, Parolo e Radu) e sul rigore conquistato da Caicedo, già in tuffo prima di arrivare vicino a Dragowski. Nella seconda occasione, al Var c’era Mazzoleni, come ieri sera contro la Roma. “Siamo stati fortemente penalizzati”, disse il ds Pradè. Mentre Commisso si concentrò sulla necessità di introdurre il Var a chiamata per le squadre.

ANCORA ALL’OLIMPICO. Siamo così alle ultime partite. Contro il Verona un fallo di mano piuttosto clamoroso di Pessina in area non giudicato da Chiffi (non richiamato neanche al Var), fino al rigore del finale dell’Olimpico di ieri sera. Non solo sarebbe complicato definire da rigore il contatto Dzeko-Terracciano, ma ‘a monte’ dell’episodio c’è anche il tocco di Chiffi che, da regolamento, avrebbe dovuto fermare il gioco. “Ci sono regole e regolamenti, se l’arbitro tocca il pallone, influenzando il proseguimento dell’azione, deve interrompere il match e la palla deve essere rimessa in gioco”, ha tuonato Commisso dagli Stati Uniti. “Vorrei che ci spiegassero questa ennesima situazione dove qualcuno ha deciso di non applicare il regolamento. Come ci era già successo con il mancato utilizzo del VAR, anche questa volta ci troviamo a non capire il criterio che viene utilizzato e perché non possiamo contare su regole e tecnologia uguali per tutti. Quando mi sento preso in giro e vedo che si prende in giro i miei ragazzi e i nostri tifosi, non posso stare in silenzio”. Gli ultimi episodi incriminati di una lunga stagione di proteste.

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