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Da Jovetic a Cuadrado e Alonso: il fascino della Premier per i gioielli viola

Il pressing del Manchester United su Chiesa riaccende l’interesse dei club inglesi per i talenti della Fiorentina, come già avvenuto negli ultimi anni. Ma non sempre sono stati trasferimenti ‘fruttuosi’…

Ora il Manchester United. Negli ultimi anni i ‘cugini’ del City e il Chelsea. Si rinnova l’interesse dei club inglesi per i talenti viola. I Red Devils si muovono con forza per Federico Chiesa. Un pressing confermato sia Oltremanica che in Italia. Rocco Commisso non terrà a forza il classe ’97, ma – se il giocatore dirà chiaramente di voler essere ceduto – lo potrà far partire di fronte ad un’offerta adeguata. Intorno ai 60-70 milioni di euro, valutazione che il club viola continua a fare per un giocatore che, al netto dell’ultima stagione tra alti e bassi, e della crisi economica per il Coronavirus, resta uno dei prospetti più interessanti del calcio italiano. Proverà, il presidente viola, a convincerlo a restare ancora a Firenze. Con un contratto da grandi cifre (oltre 4 milioni a stagione), con la prospettiva di costruirgli attorno una Fiorentina ambiziosa nell’anno che porterà all’Europeo 2021. I rapporti sono ottimi, ma la partita resta aperta. E le avances inglesi decisamente concrete.

IL FASCINO DELLA PREMIER. In Italia Juve e Inter non mollano la presa, ma quanto a possibilità di investimento sono indietro rispetto alle potenze inglesi. I bianconeri dovrebbero cedere almeno 2-3 giocatori per metter su una trattativa reale, così come i nerazzurri. Ed entrambi i club vorrebbero inserire contropartite (Romero, Mandragora, Nainggolan), ma al momento la Fiorentina non apre a questa soluzione. La decisione, comunque, sarà di Chiesa. Se dirà di voler essere ceduto, sarà accontentato. A patto di una “giusta offerta”. Il Manchester United, in questo senso, pare pronto a mettere sul piatto una cifra vicina ai 65 milioni. E anche il Chelsea, sempre da quanto emerge dall’Inghilterra, segue da vicino il classe ’97 viola. Insomma, se i Chiesa (babbo e figlio) preferivano rimanere in Italia fino a qualche mese fa, potrebbero adesso ‘cedere’ al fascino della Premier League.

AL CITY. Un campionato, tra l’altro, adatto alla fisicità del talento viola. Se negli anni ’90 era la Serie A il “campionato più bello del mondo”, negli ultimi anni lo scettro è passato alla Premier League. E anche per questo tanti gioielli viola in tempi recenti sono stati attratti dai club inglesi. In principio fu Matija Nastasic, difensore centrale che Corvino ‘pescò’ nel Partizan: nell’estate 2012 fu ceduto al Manchester City per circa 16 milioni più il cartellino di Savic. Il serbo giocò 51 partite in due anni e mezzo nei Citizens (vincendo una Premier e una coppa di Lega), poi fu venduto allo Schalke 04 (dove gioca tutt’ora). L’anno dopo fu il turno di Stevan Jovetic, sempre al City: la lunga ‘querelle’ con la Juve e la cessione al club inglese per 30 milioni. Anche per lui, nonostante la grande ambizione, non tanta fortuna: 44 partite e 11 gol in due anni, fu poi venduto all’Inter per 15 milioni (prima di andare al Siviglia e infine al Monaco).

AL CHELSEA. Poi ci furono le due operazioni ‘pesanti’ con il Chelsea: nell’inverno 2015 Juan Cuadrado (il “regalo per Firenze” di Della Valle) sbarcò a Londra per circa 30 milioni più il prestito di Salah. Ma per il colombiano furono sei mesi non facili: scarso minutaggio con Mourinho, difficoltà ad emergere (nonostante una Premier e una coppa di Lega vinte) e immediato ritorno in Italia, alla Juventus, già nell’estate 2015. Decisamente meglio è andata per Marcos Alonso: dopo una stagione straordinaria con Paulo Sousa, si trasferì sempre al Chelsea per circa 26 milioni nell’estate 2016. Lo spagnolo recitò un ruolo da protagonista nella Premier League vinta con Conte in panchina (6 gol in 31 partite), così come fu titolare nei due anni successivi (vincendo anche una Coppa d’Inghilterra e una Europa League con Sarri). Solo quest’anno, nella fase centrale di stagione, ha perso il ruolo di titolare sulla sinistra.

GLI ALTRI. Tra gli altri a trasferirsi in Inghilterra, ci furono Mauro Zarate e Mario Suarez, entrambi al Watford: l’argentino fu ceduto per 2,5 milioni nel gennaio 2017, lo spagnolo per 5,5 milioni l’inverno precedente (dopo essere arrivato dall’Atletico Madrid in estate nell’affare Savic). Ma ovviamente non si trattava di due ‘gioielli’ cercati dalle big (così come Norgaard, passato al Brentford in Championship la scorsa estate per 4 milioni). Tornando un po’ indietro con gli anni, si potrà ricordare anche il trasferimento di Valeri Bojinov al Manchester City nell’estate 2007. Il bulgaro, arrivato a Firenze a gennaio 2005 per 15 milioni dal Lecce, fu venduto (dopo anche un prestito alla Juve in B) ai Citizens per 8,5 milioni: rimase in Inghilterra per due stagioni (poco proficue), prima di tornare in Italia al Parma e di cambiare altre 13 squadre nel successivo decennio. Nel 2001, invece, dopo aver trionfato in Coppa Italia con la Fiorentina, fu Tomas Repka ad approdare al West Ham per circa 5,5 milioni di sterline: con gli Hammers giocò poi per 5 stagioni con 179 partite. Risale invece all’estate ’89 il trasferimento di Glenn Hysen al Liverpool: dopo due anni alla Fiorentina il difensore svedese, che i Reds soffiarono al Manchester United dopo una sua super prestazione in Nazionale contro l’Inghilterra, vinse nel ’90 l’ultima storica Premier League del Liverpool.

ANCHE CHIESA IN PREMIER? La lunga storia di viola in Inghilterra potrebbe ora ripetersi. Dopo il duello Juve-Inter, che comunque continuerà, su Chiesa si è inserito il Manchester United. E se ai tempi dei Della Valle, in molti dei casi citati, il trasferimento all’estero dei talenti gigliati arrivò anche per non rinforzare le avversarie italiane (come per Cuadrado e Jovetic), adesso Commisso non pone veti per il passaggio a Milano o a Torino, ma a spingere Federico verso la Premier potrebbero essere questioni economiche e di prestigio. Anche se il presidente viola farà di tutto per convincere il suo talento a restare ancora in viola. Del resto, lasciare Firenze (vedi Jovetic e Cuadrado, ma anche Bernardeschi, Ljajic o Kalinic rimasti in Italia) non è sempre una scelta ‘fruttuosa’.

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