Gioco in crescita (per 44 minuti), ma dietro la Fiorentina si sgretola sempre. Buona idea di rinforzare il centrocampo, ma non basta
La Fiorentina contro l’Atalanta, soprattutto nel primo tempo, ha dimostrato di essere in crescita sul piano del gioco e dell’apprendimento tattico, ma se basta un affondo avversario per far crollare il muro, i punti arriveranno col contagocce. Così scrive il Corriere Fiorentino.
FRAGILITA’. Con la gestione Italiano le critiche arrivavano per i gol presi, la difesa a centrocampo e per un atteggiamento fin troppo garibaldino che portava i viola a scoprire il fianco. Palladino invece ha fatto scelte opposte, ma il risultato finora è stato lo stesso. Il mister viola ha piazzato ieri Mandragora (due assist, non male), Cataldi e Bove a far densità in mezzo, rinunciando a una mezza punta per tentare di arginare il prevedibile arrembaggio iniziale atalantino, spinto anche dall’entusiasmo di un pubblico che festeggiava l’inaugurazione del nuovo stadio bergamasco. L’idea è stata buona, ma i nodi sono venuti al pettine dopo ogni accelerata di Lookman, di gran lunga il migliore in campo: sua la gran giocata su Bove che sconquassa la difesa e porta Retegui a colpire da solo davanti a De Gea e suo il gol del 3-2, dopo aver scherzato coi marcatori viola. E meno male che nella ripresa il gioiello atalantino ha sprecato parecchio.
SENZA DIFESA. Palladino mastica amaro, le sconfitte col suo maestro Gasperini adesso sono 4 (su 4). Il guaio però è più ampio. Il passo in avanti c’è stato, ma l’anima fragile resta e sta costando parecchio. Perché ci si può aggrappare agli uomini gol, ai moduli, al cuore e alla grinta. Ma una squadra senza difesa, di partite così, rischia di perderne parecchie.
Di
Redazione LaViola.it