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Da fine Pioli ad oggi: 68 punti in 65 partite, due anni di anonimato. Sperando in un 2021 con più soddisfazioni

Da marzo 2019 solo il Genoa ha fatto meno punti della Fiorentina. Cambiano presidenti, dirigenti, allenatori e giocatori, ma la Viola resta deludente. Con la Juve la svolta?

Qualche tempo fa si diceva che una vittoria contro la Juve poteva salvare una stagione. La speranza, in questi giorni, è che il netto 3-0 a Torino possa essere invece la svolta della stagione. Perché sì, la Fiorentina ha evidentemente beneficiato del gol immediato e del rosso a Cuadrado, ma ha saputo crearsi gli episodi favorevoli per ottenere un risultato storico e meritato. Un successo di gruppo, con una manovra convincente, con capacità di soffrire, con vero senso di squadra. Quello che di fatto era mancato da tempo.

GENNAIO CALDO. E se si rileggono anche i progressi fatti contro Sassuolo e Verona, si può tracciare un percorso che può far ben sperare per l’inizio del 2021. Certo, come al solito sarà il campo a parlare. E le occasioni sono subito importanti: domenica 3 gennaio al Franchi contro il Bologna, mercoledì 6 a Roma contro la Lazio, domenica 10 in casa con il Cagliari, mercoledì 13 in Coppa contro l’Inter e domenica 17 a Napoli. Cinque partite in quindici giorni, tra sfide alle big, incroci da dentro o fuori e scontri diretti in zona bassa di classifica.

SPERANZE. Già, quella zona bassa che la Fiorentina continua comunque a calpestare. Ormai con continuità. Perché il 3-0 contro la Juve ha chiuso nel migliore dei modi un 2020 contraddistinto, ancora, da diversi problemi. Ad inizio anno c’era Iachini, era stato confermato un po’ a sorpresa a luglio, per poi essere esonerato a novembre, con il ritorno di Prandelli.Datemi tempo“, ha chiesto più volte Commisso. Ribadendo che per costruire una Fiorentina forte ci voglia pazienza. Giusto e lecito. La speranza è che da questa squadra, sfruttando anche il mercato, si possa costruire un percorso solido. Senza pensare ai contratti fino a giugno di Pradè e Prandelli, così come ai diversi giocatori che non si sono espressi ai livelli sperati. Perché Firenze, in fondo, ha voglia di tornare a sperare in qualcosa di bello. A sognare. Come un 3-0 a Torino. Ma anche una Fiorentina capace di poter giocare a testa alta su tutti i campi d’Italia.

ANONIMATO. Perché da almeno due anni la città vive nell’anonimato calcistico. Una realtà che, come ribadito più e più volte anche da Commisso, non riflette l’importanza della città di Firenze e della storia della Fiorentina. Per questo, insomma, nel trarre un bilancio di fine anno, la speranza è davvero quella di poter ripartire con un 2021 migliore. Perché negli ultimi due anni, anzi 22 mesi, la Fiorentina è rimasta nei bassifondi del campionato. 65 partite giocate dal marzo 2019, per l’esattezza, e 68 punti fatti. Veramente pochi. Nel frattempo sono cambiati presidenti, dirigenti, allenatori e giocatori, ma per vari motivi la risalita non c’è stata.

68 PUNTI IN 65 PARTITE. Dalle ultime partite del ciclo Pioli, quelle che portarono poi al crollo vero e proprio con Montella, che per poco non portava alla retrocessione dei viola. Poi l’inizio complicato del 2019/2020, i miglioramenti con Iachini ma anche i nuovi problemi con l’inizio dell’attuale stagione. Fino al realismo di Prandelli e alla grandiosa vittoria con la Juve che ha portato il bilancio parziale del Cesare-bis a 6 punti in 7 gare di campionato. Ne vengono fuori, in Serie A, 68 punti nelle ultime 65 partite (appena 15 vittorie e 27 sconfitte). Solo il Genoa ha fatto peggio nel frattempo (58 punti) tra le squadre che hanno partecipato agli ultimi tre campionati. Parma e Torino hanno fatto 73 punti, Cagliari e Samp 76, l’Udinese 81, il Bologna 88, il Sassuolo 89. Per non parlare delle ‘big’.

VOGLIA DI RISULTATI. Anche (e forse soprattutto) così, insomma, si spiega la voglia di ‘risultati’ del popolo viola. Quello sempre al centro dei pensieri di Commisso, anche da Oltreoceano. I tifosi si sono dimostrati sempre vicino alla squadra, anche nei momenti più complicati, quelli in cui la zona B era veramente ad un passo. Ora la speranza di tutti è di poter tracciare una linea e ripartire dall’exploit di Torino. Affidandosi alla vena ritrovata di Vlahovic, magari affiancato da una punta concreta e subito pronta (Caicedo?), ma anche da un esterno in più capace di fornire palloni agli attaccanti (El Shaarawy?). Con Ribery chiamato ad essere più continuo, in attesa di Callejon che non potrà rimanere il ‘pesce fuor d’acqua’ visto fin qui. Tra Castrovilli, Amrabat e Bonaventura, con un Borja Valero magari nella nuova veste di regista, anche a centrocampo ci si può aspettare qualcosa di buono, anche se pure qui il mercato potrà dare una mano. Chissà. Buoni propositi alle porte del 2021. Sperando di potersi mettere alle spalle tante difficoltà degli ultimi 2 anni.

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