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Da capocannoniere a tappabuchi: ora Benassi cerca riscatto e continuità

Domani la grande chance di riprendersi una maglia da titolare. Fin qui in campo dal 1′ solo una volta, cerca la prestazione che cambi la stagione

Gira veloce il mondo del pallone. Quello di Benassi ancora di più. Da capocannoniere a panchinaro fisso, da elemento chiave a rincalzo. Magari di lusso, ma sempre rincalzo. E tutto nel giro di un amen. Domani però, l’ex titolarissimo della Fiorentina di Pioli avrà un’occasione importante per entrare con tutti e due i piedi nel nuovo corso viola. Complici le contemporanee squalifiche di Pulgar e Castrovilli infatti, Benassi giocherà titolare per la seconda volta in questo campionato. Cercando la prestazione e magari il primo gol stagionale.

Vacche magre. «Non ho mai pensato nemmeno per un secondo di andarmene, soprattutto dopo le brutte figure fatte nella parte finale dello scorso campionato. E l’ho detto subito nei colloqui con la nuova dirigenza». Parole da leader del centrocampista all’inizio del ritiro di Moena questa estate. Quando il suo nome rimbalzava da una parte all’altra nelle stanze del calciomercato. Dalla Samp all’Udinese passando per il Genoa, Benassi veniva accostato a mezza Serie A. Perché, si narrava, le caratteristiche del giocatore mal si sposavano con il calcio di Montella. Grande corsa e inserimenti continui, ma poco palleggio e difficoltà nel creare e dominare il gioco. I numeri del campionato sembrano dar ragione agli scettici. Benassi ha giocato appena 6 partite su 12, una sola da titolare, in casa del Sassuolo. Dove l’ex capitano granata ha giocato benino, segnando anche un gol poi annullato. Il bottino narra zero reti, zero assist e poche soddisfazioni. Il suo mondo, appunto, è cambiato.

Ex fondamentale. Nel quasi biennio di Pioli infatti, il proprio ruolo nella squadra non era mai in discussione. Nel primo anno 35 partite e 5 gol, in quello passato 32 gare giocate e addirittura 7 reti messe a segno in campionato. Record personale che lo hanno eletto capocannoniere della squadra. Contando la Coppa Italia, furono addirittura 9 i centri stagionali. Un po’ centrocampista, spesso attaccante aggiunto, e uno status di titolare inamovibile. Tanto da tenerlo presente in orbita Nazionale, anche se con la maglia azzurra non ha mai esordito, nonostante tra stage e vere e proprie convocazioni lo abbiano chiamato Prandelli, Conte, Ventura e Mancini. Quattro c.t., zero presenze.

Chance. Domani quindi torna titolare. In uno stadio, il Bentegodi, che lo scorso anno lo ha visto segnare nel rocambolesco 4-3 finale (ma l’avversario era il Chievo). Contro l’Hellas però, non ha ancora trovato la via del gol. Tutto il reparto, semmai, rischia di avere pochi automatismi. Insieme a Badelj e Benassi tocca a Zurkowski (una decina di minuti totali in due spezzoni). Insomma a centrocampo le incognite restano: davanti in compenso torna dopo la lunga squalifica Ribery e la doppietta siglata da Vlahovic con il Cagliari potrebbe portarlo alla conferma. I cinque gol presi in Sardegna pesano e la Fiorentina cerca il riscatto. Come Benassi.

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