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Da Benalouane-Kokorin a Salah-Muriel, tra flop e grandi intuizioni: le sessioni di gennaio dei viola
La storia dei mercati di gennaio della Fiorentina dal ritorno in Serie A: investimenti, acquisti importanti ma anche tanti flop
Sarà Jonathan Ikoné il primo rinforzo invernale per la Fiorentina. Una sessione di mercato storicamente difficile per tutti, tra prezzi alti per chi vende e pochi soldi da investire per chi compra. La società viola, stavolta, ha anticipato però tutti con un investimento da oltre 15 milioni di euro per un giocatore chiamato a rinforzare ulteriormente l’attacco di mister Italiano. L’impressione è che la Fiorentina non si fermerà qui, alla ricerca almeno di un vice-Vlahovic. Tra tanti nomi in ballo e un monito: trovare il giocatore giusto per dare ulteriore spinta nella lotta all’Europa.
GLI INVESTIMENTI DI COMMISSO. Perché negli ultimi 17 anni a gennaio si sono alternate intuizioni vincenti e clamorosi flop. Lo scorso inverno, ad esempio, arrivò Kokorin per rinforzare il reparto offensivo, ma il suo acquisto a titolo definitivo per 4,5 milioni non ha dato certo i frutti sperati. Tanto che ora c’è già da cercare un nuovo acquirente. Al contempo arrivarono Rosati, terzo portiere diventato importante all’interno dello spogliatoio, Malcuit, terzino poco utilizzato nel prestito di sei mesi, ma anche Maleh, bloccato in vista di questa stagione per anticipare la concorrenza. Operazione lungimirante, questa, che ricorda l’acquisto di Amrabat nel gennaio 2020: acquisto da 20 milioni dal Verona e arrivo slittato all’estate successiva, anche se finora l’investimento non è stato certo ripagato dalle prestazioni sul campo. Anzi. In quella stessa sessione invernale arrivarono invece a Firenze Cutrone, Agudelo, Kouame, Duncan e Igor: investimenti pesanti da circa 35 milioni, anche se i primi tre hanno già lasciato la Fiorentina (Cutrone e Agudelo definitivamente, Kouame è invece in prestito all’Anderlecht). Insomma, nelle sue prime due sessioni invernali di mercato Commisso ha speso oltre 60 milioni per ‘correggere’ la sua Fiorentina. E adesso sul piatto ci sono almeno altri 15 milioni per Ikoné. Soldi importanti.
DA RASMUSSEN A MURIEL. In passato tra Pradè e Corvino avevano dovuto alternare creatività e investimenti. A gennaio 2019 Pantaleo spese più di 10 milioni e mezzo per prendere Rasmussen e Terzic in vista di giugno, ma soprattutto portò a Firenze Terracciano e Muriel (prestito con diritto di riscatto). Quello del colombiano è stato uno dei migliori acquisti di gennaio nella recente storia viola: 9 gol, 2 assist e giocate spettacolari nelle 23 presenze in viola, e un rimpianto enorme per il mancato riscatto nel passaggio di gestione tra i Della Valle e Commisso. Quel gennaio, tra l’altro, la Fiorentina ufficializzò dall’Empoli anche Hamed Junior Traoré, senza poi portare effettivamente a termine l’acquisto per il centrocampista ora al Sassuolo.
DA FALCINELLI A BENALOUANE. A gennaio 2018, invece, la Fiorentina di Pioli ‘ricevette’ dal mercato Dabo (a titolo definitivo) e Falcinelli (in prestito nell’operazione che portò Babacar al Sassuolo), l’inverno precedente, al suo ritorno in viola, Corvino prese invece Saponara e Sportiello. Siamo così alla prima gestione Pradè e all’inverno che segna la rottura tra Sousa e la Fiorentina ma anche tra Firenze e i Della Valle. E’ il gennaio 2016, la Fiorentina è in corsa per i primissimi posti (era stata anche prima in classifica) ma a rinforzare la Viola arrivano Zarate, Tello, Tino Costa, Kone e soprattutto Benalouane, in una difesa che fin dall’estate aveva bisogno di un innesto importante. Da quel momento le cose precipitano, anche a causa di un mercato di gennaio che non supporta i sogni di gloria di allenatore e pubblico.
DA SALAH A GILARDINO. L’esatto opposto del gennaio 2015, quando Montella perse Cuadrado ma vide arrivare dal Chelsea Momo Salah, uno dei giocatori più forti della storia recente della Fiorentina. Il rammarico, enorme, fu semmai su quella scrittura privata con tanto di causa con gli inglesi, visto che l’egiziano rimase a Firenze solo sei mesi prima di andare a Roma e diventare tra i migliori al mondo con il Liverpool. Ma quel Salah, con 9 gol e 4 assist in 26 partite, fece sognare Firenze e i suoi tifosi: i percorsi ad un passo dalla gloria in Europa League e in Coppa Italia, il 4° posto in campionato e le serate trionfanti ad aspettare i viola alla stazione dopo le imprese in campo italiano ed europeo. Insieme a lui arrivarono anche Diamanti e Gilardino, giocatori che dettero un bel contributo, oltre a Rosi e Rosati.
DA ANDERSON A ROSSI. A gennaio 2014 Pradè portò invece a Firenze Matri, Anderson, Diakitè e ancora Rosati, ma l’operazione migliore fu in uscita, con Marcos Alonso che andò in prestito al Sunderland trovando continuità e autostima, prima di tornare e diventare tra i migliori esterni mancini di quel periodo. L’inverno 2013, il primo con Montella, in una Fiorentina che tornava a stupire vide invece soprattutto investimenti per il futuro: Giuseppe Rossi, Vecino e Wolski, mentre per l’immediato Larrondo, Compper e Sissoko (con risultati così e così).
DA AMAURI A BOLATTI. Si torna così alla prima gestione Corvino. Nell’inverno 2012 Delio Rossi ricevette Amauri e Ruben Olivera per salvarsi, dopo aver perso Gilardino, Santiago Silva e Munari. L’anno prima con Mihajlovic i viola presero Behrami e un giovane Neto dal Brasile, mentre a gennaio 2010, con la Fiorentina in corsa in Champions, Prandelli non ricevette una spinta dal mercato: arrivarono Bolatti, Felipe e Keirrison, oltre ai giovani Ljajic e Seferovic, nei giorni in cui partivano Dainelli e Jorgensen (oltre a Castillo).
DA BONAZZOLI A BOJINOV. Nel gennaio 2009, invece, partirono Pazzini ed Osvaldo ed arrivò Bonazzoli, l’anno prima dentro Cacia, Da Costa e Papa Waigo (ceduti Pazienza, Balzaretti e Gulan), nel 2007 fu preso Kuzmanovic, mentre al primo inverno con Prandelli a gennaio (2006) furono acquistati Kroldrup, Jimenez e Lobont. Carrellata che termina all’inverno 2005, il primo dal ritorno in Serie A: a Firenze arrivarono Pazzini, Donadel e… Bojinov. Già, il bulgaro che fu ceduto da Corvino (allora direttore al Lecce) ai viola per circa 14 milioni di euro. Un affare… soprattutto per i giallorossi pugliesi.