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Da Batigol a Simeone: ripicche e polemiche. No Jovic, non sei il solo

Jovic

Commento del noto giornalista al gesto polemico dell’attaccante serbo dopo il gol realizzato al Franchi contro l’Inter sabato sera

Non è stato il primo, non sarà l’ultimo, però che sciocchezza! Verrebbe davvero la voglia di capire cosa passi nella testa di un calciatore per produrre un gesto bambino e insensato come quello fatto da Jovic sabato sotto la curva. Hai appena segnato un gol fantastico dopo partite in cui avevi giocato malissimo, c’è uno stadio intero che ti rovescia addosso la propria gioia e tu, invece che intercettarla, fai un gesto polemico con le mani a significare: ditele ora le vostre sciocchezze contro di me! Una bambinata. Scrive Stefano Cecchi su La Nazione.

Non sarà l’ultimo a farla e non è stato certo il primo

Qualcosa del genere la fece per dire Giovanni Simone. Stagione 2017/2018, la Fiorentina di Pioli giocava benino ma non segnava mai anche per colpa del suo centravanti che si era mangiato mille occasioni da gol. Capita. Così quel giorno, dopo un suo gol di testa all’Empoli, si rivolse alla Fiesole col dito sul naso a dire: ora state zitti. Probabilmente il dolore di un giocatore generoso che si sentiva criticato, ma il suo rapporto con la Fiorentina nei fatti si chiuse quel giorno.

Così come si chiuse quello con Ilicic, giocatore con il quale in verità Firenze non aveva mai aperto un rapporto. Ombroso, notturno, autunnale, fragile dentro come si è poi scoperto, Ilicic nel suo secondo anno con Montella giocava pochissimo. Forse l’insoddisfazione, fatto sta che un giorno a San Siro dopo aver segnato un gol bellissimo al Milan, si sentì nel diritto di fare con le mani il gesto della paperella ai tifosi. Lo sfogo di un giocatore che solo altrove è stato capace di mostrare con continuità l’enorme classe della quale era dotato.

Una classe simile a quella di Adrian Mutu, estasi e dannazione di una tifoseria

Anche lui una volta ebbe un gesto polemico: dicembre del 2007, gara interna col Cagliari. Qualcuno aveva avuto da ridire su di lui per le 4 partite senza vittorie della Fiorentina di Prandelli, così dopo il suo gol di testa sotto la curva Ferrovia, si concesse un gesto di rivalsa, a dire: e ora non rompetemi le scatole. L’insofferenza del fuoriclasse.

Quella che capitò persino a sua maestà Batistuta. Stagione 1999/2000, la Fiorentina di Trapattoni balbettava in campionato ma faceva meraviglie in Champions. Lo stesso, fra il superbomber e parte della tifoseria, che contestava l’impegno della squadra, non correva buon sangue. Così, nella gara contro il Manchester United, dopo il gol che santificò quella vittoria capolavoro, Batistuta andò sotto la tribuna con il dito sul naso a dire: o contestatemi ora! Un gesto fra la sfida e la rivalsa, che però la città registrò senza strappi.

Per un fatto semplice: arrivava da uno che aveva consegnato anni di vittorie e gol a raffica, prestazioni solenni e pure qualche trofeo. A ricordare che prima di certi gesti polemici servirebbe una storia alle spalle che ne giustifichi la rivalsa. Se questi arrivano dopo il secondo gol di un campionato per ora anonimo e deludente, sembrano solo una bizza adolescenziale, figlia di un calcio che ha smarrito il senso della misura.

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