Da Gabriel Omar Batistuta a Mario Gomez. Passato e presente o, meglio, futuro (prossimo). La settimana che porta allo scontro diretto con la Roma, che potrebbe già dire molto della stagione (e delle ambizioni) delle due squadre, inizia con l’abbraccio calorosissimo che il Franchi consegna al suo “bomber”: Bati-gol torna nel suo stadio (dove in campo va in scena il festival del gol) e riceve tutto l’affetto da quella gente che lui stesso, in campo e fuori, ha saputo conquistare. In 33.000 a cantare per lo storico n.9 viola, fresco di incoronazione alla Hall of Fame in Palazzo Vecchio, ma, simbolicamente, al Franchi c’era tutta Firenze, e non solo chi vive, o è semplicemente appassionato, di calcio.
Nel frattempo, poche file più su, al Franchi è tornato anche Mario Gomez, ciliegina sulla torta del mercato estivo che, però, i tifosi viola hanno potuto apprezzare solo per poche partite (tre presenze, due gol, in Serie A): quella maledetta uscita di Agazzi, in un pomeriggio di settembre, ha raffreddato l’entusiasmo e le speranze che migiaia di cuori viola riponevano in quella maglia n.33, costringendo Mario ad uno stop che, ad oggi, è di 11 settimane, e che tutti sperano possa interrompersi il prima possibile.
Il ginocchio destro di Gomez, negli ultimi giorni, è stato sottoposto ad ogni tipo di controllo: come vi abbiamo raccontato, e anticipato, il legamente collaterale uscito malconcio dallo scontro col portiere rossoblù (che il tedesco potrebbe anche abbracciare in viola, chissà con quale entusiasmo) è oramai completamente guarito; fosse andato tutto per il verso giusto, Super Mario sarebbe già stato in campo, se non che, a mettere il bastone fra le ruote al bomber tedesco, ci si è messa un’infiammazione tendinea che ne ha ritardato il rientro in gruppo. Un infortunio importante che, in molti casi, può fisiologicamente portare a piccoli problemi alla ripresa dell’attività: il tendine, infatti, non più abituato ai carichi di lavoro, soffre l’aumento progressivo degli sforzi e può infiammarsi, come nel caso di Gomez.
Dopo ieri, siamo certi, il n.33 fremerà ancora di più per rientrare, per tentare anche lui di conquistare, a suon di gol, Firenze, anche solo una piccola parte di quanto ci sia riuscito un inarrivabile Batistuta. Rossi, lo ha detto, lo aspetta a braccia aperte in campo, e tutti noi con lui: oramai, è solo una questione personale fra Gomez ed il dolore, occorrerà capire quanto il tedesco sarà capace di convicerci nei primi giorni della ripresa dell’attività. In settimana, comunque, il tedesco tornerà in gruppo: da Batistuta a Gomez, Firenze vuole riabbracciare i suoi centravanti.
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Redazione LaViola.it