La Fiorentina voleva un vice-Kean, poi ha deciso di puntare tutto sull’ex Juve e non creare dualismi. Nemmeno al PSG era partito così forte
Zero gol in venti partite l’anno scorso, già quattro gol in sette partite quest’anno. La Fiorentina si gode il grande momento di forma di Moise Kean e per una volta la sosta delle nazionali non toglie ma aggiunge, non limita ma aumenta la consapevolezza di un attaccante che sia in viola che in azzurro ha ritrovato quella fiducia e quello smalto dei giorni migliori. Così scrive La Repubblica.
DA BAD BOY A PUNTO DI RIFERIMENTO. Kean non appare più indolente, ma punto di riferimento, sia nel gioco che nella finalizzazione, non è più il bad boy o il ragazzino che si comporta dentro e fuori dal campo così e così ma un calciatore maturo, pronto per trascinare i compagni. Il resto lo ha fatto la fiducia, parola chiave che alla Juventus è spesso mancata. Spalletti ha puntato su Kean nella ricostruzione post europeo, Palladino ha messo sul piatto una stima incondizionata: la società infatti durante il mercato è passata, concordando con il tecnico, dalla volontà di cercare un’altra punta, un altro numero nove vero da affiancare a Kean al non acquistare nessuno, con la consapevolezza che in caso di assenza di Moise, Kouamé e Beltran, con caratteristiche diverse, potessero agire come perno dell’attacco. Il tutto per non mettere in ombra un investimento tecnico, tattico, economico — diciotto i milioni pagati alla Juventus tra parte fissa e bonus — ma soprattutto per lasciare libero Kean di esprimersi al meglio senza altri alter ego o dualismi.
OBIETTIVI. Con i quattro gol Moise si è già avvicinato ai 6 gol del 2022-2023, agli 8 gol totali dell’annata 2021-2022 e punta ad a eguagliare i 19 in 45 partite della stagione 2020-2021 con il Paris Saint Germain, suo record personale. Nemmeno allora però era partito così forte e i primi centri erano arrivati solo a ottobre.
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Redazione LaViola.it