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Da acquisto più caro di Corvino a panchinaro: ritorno particolare per Maleh al Franchi

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Era arrivato dal Venezia con ottime prospettive, è stato ceduto al Lecce per una cifra ‘record’ per i salentini. Ma per D’Aversa è panchinaro

“Abbiamo comprato otto giocatori, Pongracic 1,650 milioni, Almqvist 0, Venuti 0, Rafia 800, Smajlovic 100, Falcone 2,750 milioni, Ramadani 1,2, Maleh 5,5″. Lo disse a suon di cifre, apertamente, Pantaleo Corvino il 9 agosto. Nel frattempo il Lecce ha preso anche Krstovic per circa 4 milioni e Kaba per 3. Ma quello di Youssef Maleh resta l’acquisto più caro dell’estate del Lecce. Un riscatto obbligatorio, dalla Fiorentina, per la salvezza raggiunta nella scorsa stagione. A cui vanno aggiunti anche i 500 mila euro circa di prestito oneroso. Insomma, un’operazione quasi record per le casse del Lecce: nella storia dei salentini, seconda solo ai 7 milioni spesi nell’estate 2001 per prendere Chevanton dal Danubio. Sì, ad opera ancora di Corvino, per un attaccante che è ancora il miglior marcatore della storia del Lecce in Serie A (32 gol).

IN PANCHINA. Per questo, insomma, fa ancora più rumore il ruolo di panchinaro di Maleh al Lecce. Già lo scorso anno con Baroni, giocò titolare solo 7 gare su 20. In questo avvio di stagione, con D’Aversa, due partite su due in panchina tra coppa Italia e campionato. Ora per il centrocampista italo-marocchino il ritorno al Franchi. Già a marzo giocò da ex a Firenze, entrando al 70′. Domani però è di nuovo destinato alla panchina.

COLPO IN USCITA. Era arrivato in viola dal Venezia per circa 800mila euro, quando i dirigenti della Fiorentina lo bloccarono a pochi mesi dalla scadenza del contratto lasciandolo in prestito in Laguna, dove poi fu tra i migliori nella promozione dei neroverdi. Poi la buona prima stagione con Italiano, condita da 3 gol e 4 assist: un po’ discontinuo, il classe ’98, ma i suoi inserimenti e i margini di miglioramento facevano ben sperare, tanto che qualcuno paragonava il suo percorso a quello di Castrovilli, allora in ascesa. Invece, nella scorsa stagione, dopo un avvio promettente in cui aveva giocato da titolare ben 6 delle prime 7 gare (compreso il playoff contro il Twente), ecco l’improvviso scivolare in panchina, fino alla cessione a gennaio. Alla fine, uno dei colpi in uscita di Pradè e Barone, che hanno realizzato comunque una plusvalenza non da poco per un centrocampista che ora fa panchina al Lecce.

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