Lunga intervista dell’attaccante viola a La Gazzetta dello Sport: cresciuto nel Milan, per lui domani sera è come un derby
«Lukaku mi ha impressionato. Non per i gol che sta realizzando, ne ha sempre segnati tanti. Ma per l’umiltà con la quale si è messo a disposizione di Conte e dell’Inter. Lui è Lukaku, un attaccante formidabile. Poteva anche venire in Italia con un altro atteggiamento». Patrick Cutrone domani sera lo sfiderà a San Siro. Per il nuovo attaccante viola è quasi un derby visto che è nato milanista e che ha giocato con Diavolo. «Ma lo sa che il primo provino a sei anni l’ho fatto con l’Inter?». Visto e ignorato. Dodici mesi dopo aveva addosso una maglia rossonera. Il nuovo pupillo di Rocco Commisso si accomoda nella sala stampa del centro «Davide Astori». È sorridente. Felice della sua nuova avventura professionale. La Premier è già archiviata come una parentesi negativa della sua carriera. Senza rimpianti.«Ero andato al Wolverhampton con tanto entusiasmo. I tifosi mi hanno voluto bene, mi hanno dedicato anche un coro. In fondo ho segnato tre gol nei pochi minuti che ho giocato. Ma ho trovato un allenatore che preferiva puntare sui suoi fedelissimi».
Cosa si porta dietro dall’Inghilterra?
«Il clima della Premier. Gli stadi sempre pieni. Sono cresciuto a livello umano».
Ora riparte dalla Fiorentina.
«Una squadra con una grandissima storia. Posso imparare tanto in maglia viola».
Per lei è derby in Coppa.
«Visti i miei trascorsi, quelle contro l’Inter non sono mai partite normali».
Il ricordo più bello?
«Il 27 dicembre 2017, derby di Coppa Italia, minuto 104. Suso mi serve un pallone d’oro e io lo butto dentro. Inter eliminata».
Il più brutto?
«Un derby perso per colpa di una tripletta di Icardi».
Sulla carta l’Inter è troppo più forte.
«Ma noi andiamo a San Siro per vincere. Del resto, cosa abbiamo da perdere?».
Con quali armi?
«Pensando e giocando da squadra. Tra di noi non c’è Maradona che poteva dribblare dieci avversari e vincere la partita da solo».
I suoi modelli di bomber?
«Da ex milanista vi dico Shevchenko, Inzaghi, Kakà. E conservo anche dei filmati di Van Basten. Poi, se volete aggiungete Van Persie e Drogba. Oltre a Batistuta. E non lo dico perché gioco nella Fiorentina. Gabriel è stato un mito».
Da ex rossonero come giudica il Milan di oggi?
«Ora ho in testa solo la Fiorentina».
L’arrivo di Ibra ha dato una marcia in più al Milan?
«Penso che il suo ritorno sia un bene per tutto il calcio italiano».

Di
Redazione LaViola.it