In pochi giorni tutto sovvertito: Cutrone papabile punta per la prossima stagione e Vlahovic partente, con Kouame certo del posto. Per la decisione finale serve una visione d’insieme e non del singolo periodo
Fa sempre sorridere come nel calcio nel giro di qualche partita i giudizi vengano sovvertiti. È anche il caso della Fiorentina, che con gli ultimi risultati ha mitigato i giudizi negativi sulla squadra e stravolto quelli che riguardavano alcuni singoli. Ci riferiamo soprattutto al reparto offensivo gigliato, più precisamente a coloro che occupano il ruolo di punta centrale. Una delle posizioni che maggiormente soffre della schizofrenia nei giudizi degli appassionati di calcio.
DOVE ERAVAMO. Prima della ripresa del campionato c’eravamo lasciati con Dusan Vlahovic avanti nelle gerarchie rispetto a un Patrick Cutrone che aveva faticato molto nelle prime settimane in viola. Il serbo aveva mostrato alcuni colpi davvero interessanti, seppur con un rendimento inevitabilmente discontinuo vista la carta d’identità che dice 28 gennaio 2000. Ma i 6 gol realizzati in campionato (8 totali in stagione) fino a quel momento sembravano un ottimo bottino per un attaccante alla prima stagione da professionista.
CRISI DUSAN. Dal ritorno a giocare dopo la quarantena, tuttavia, Vlahovic è apparso in grande difficoltà nel ritrovare ritmo e giocate. Non solo: spesso ha mostrato un atteggiamento indolente che fino a qualche mese fa si era soltanto intravisto. Soprattutto, Dusan non segna più. Zero gol dalla ripresa, l’ultima rete è la doppietta a Marassi contro la Samp il 16 febbraio. Certo, il serbo è stato colpito dal Coronavirus e può aver risentito più di altri dei suoi strascichi (come lo stesso Cutrone). Ma il calcio è spietato e impaziente. E non aspetta nessuno.
RISCATTO PATRICK. Ecco che Vlahovic è finito in fondo alle gerarchie, mentre il suo gemello Cutrone è in piena rampa di lancio. Diametralmente opposta la situazione di Patrick: fino a qualche giorno fa, gran parte di opinione pubblica e stampa erano convinti che l’anno prossimo si sarebbe dovuto puntare su Vlahovic, affiancandogli una punta di esperienza che garantisse un certo numero di gol, scaricando così Cutrone dopo pochi mesi sulle rive dell’Arno perché già bollato come ‘bidone‘.
Oggi tutto è cambiato. Prima c’è stata l’avvisaglia nel gol dell’1-3 col Cagliari, poi i tre gol consecutivi con Verona, Lecce e Torino. In tutto 4 gol in 6 partite che hanno drasticamente mutato la valutazione in viola dell’ex Milan. E ci mancherebbe altro, perché non si può valutare un centravanti senza guardare alla casella reti fatte. Oggi è lui il titolare della Fiorentina, non potrebbe essere altrimenti. Ma per il futuro?
CERTEZZA KOUAME. L’unico certo di un posto in rosa è Kouame. L’ex Genoa si augura un cambio di modulo nella prossima stagione per poter giocare nel suo ruolo prediletto: la seconda punta di appoggio al centravanti. Per saperlo bisognerà aspettare il nuovo allenatore, anche se nelle idee della società il 4-3-1-2 è un modulo da prendere in grande considerazione. Rientrato dal lungo infortunio, l’ivoriano visto fin qui è un giocatore ancora visibilmente imballato nei movimenti. Tuttavia, pur in condizioni non ottimali ha dimostrato di poter essere più che prezioso per la Fiorentina. Figuriamoci quando sarà al 100%.
NUOVE PROSPETTIVE. Con le sue ultime marcature e le sue dichiarazioni post Torino Patrick Cutrone si candida prepotentemente a essere un attaccante della Fiorentina 2020-21. Visto che la dirigenza gigliata cerca poi un centravanti d’esperienza che porti gol e malizia al reparto, oggi paradossalmente l’escluso sembrerebbe essere Vlahovic. Il talento cristallino è davvero alla porta dopo un mese sottotono? Ovviamente no. La Fiorentina, salvo che non sia il giocatore a chiederlo, non ha alcuna intenzione di cederlo a titolo definitivo. La soluzione che oggi si fa largo è un prestito a un’altra società minore di Serie A. L’obiettivo sarebbe mettere tanti minuti nelle gambe del serbo, con la speranza che possa sgrezzarsi un po’, trovando anche più continuità nel rendimento (anche se la discontinuità è il tratto caratteristico dei giovani e Vlahovic nel 2021 compirà 21 anni).
VISIONE D’INSIEME. Nulla comunque è ancora deciso. Le ultime partite ci hanno dimostrato che i quattro impegni che mancano alla Fiorentina per concludere il campionato potrebbero nuovamente sparigliare le carte. Ecco perché la dirigenza non deve farsi annebbiare dalle ultime prestazioni, ma valutare la stagione complessiva dei suoi calciatori. Non si possono non considerare anche i primi mesi di difficoltà di Cutrone, così come non si possono dimenticare i segnali incoraggianti di Vlahovic durante i primi 6 mesi di campionato.
Di certo, però, come detto la discontinuità è il tratto caratteristico dei giovani. E affidare l’attacco di una squadra che l’anno prossimo punterà all’Europa a due giovanissimi centravanti, sebbene entrambi di ottima prospettiva, sembra un azzardo troppo grande. Ecco perché non succederà. Ecco perché con tutta probabilità arriverà una punta d’esperienza e qualcuno dovrà lasciare Firenze. Ma per prendere le decisioni occorrerà guardare il quadro d’insieme e non solo le ultime partite.
Di
Marco Zanini