Cuore viola, la Roma si perde. Il Franchi spinge la Fiorentina al riscatto

Mourinho butta via la vittoria a Firenze, i viola ribaltano tutto nel finale. Kouame svolta la partita dopo gli errori di Quarta

Esulta Firenze al termine di una partita che la Roma ha buttato via, grazie a un imprevedibile ribaltone negli ultimi minuti. E’ una soddisfazione per i tifosi, che avevano ancora in testa la delusione di Coppa Italia, e una spinta psicologica per la squadra, che può ancora inseguire l’ottavo posto in attesa del sogno Conference. Per Mourinho invece, seccato per la rimonta subita dopo il minuto 85 per i gol regalati a Jovic e Ikoné, il campionato è finito a causa dell’ammonizione rimediata. Ma è finito anche per la squadra, dopo sette giornate senza vittorie. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

IL COPIONE. La cosa strana è che la Roma non ha concesso occasioni all’avversario fino all’uno-due micidiale che ha cambiato risultato e giudizi. Intorpidita nelle gambe e forse nervosa nella testa, la Fiorentina non è riuscita a sviluppare il suo gioco nonostante gli otto cambi di formazione decisi da Italiano rispetto alla Coppa Italia. E ha concesso spazi improponibili in fase difensiva a causa della sbadataggine di Martinez Quarta – uno di quelli che avevano cominciato anche la finale con l’Inter – e dei compagni. Kouame ha cambiato gli equilibri difensivi della Roma. L’ivoriano è entrato in entrambi i gol: sull’1-1 è stato suo il cross sul quale Mandragora ha spizzato di testa servendo Jovic in beata solitudine. Grande festa e centravanti perdonato dopo gli errori di Coppa Italia. Il pareggio ha provocato un momento di confusione generale del quale ha approfittato la Fiorentina, trascinata da un grande pubblico che aveva ormai archiviato il ricordo della sconfitta contro l’Inter. Nella rete del sorpasso, dopo la volata con cross di Terzic, sono decisivi la torre di Kouame e la palla ciccata da Ibañez, colpevole come tante altre volte in questa bislacca stagione. Facile il tocco di Ikoné, incredulo e sorridente, a un metro dalla porta. E tutti in campo a celebrare una vittoria insperata.