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Cronache di una settimana semplicemente perfetta

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La prima vera settimana senza impegni infrasettimanali della stagione va in archivio, con un bilancio dolce, dolcissimo, a tratti glicemico per i tifosi viola.
Una settimana praticamente perfetta, iniziata con il successo con la Juventus nella partita più importante dell’anno per tutta la città e l’ambiente e proseguita con la rotonda affermazione di Verona contro il Chievo. Un banco di prova determinante per capire la continuità e il grado di crescita di una squadra che quest’anno si è spesso fermata nel momento del secondo scatto, o comunque di quello decisivo.
Una squadra che, invece, adesso sembra aver ritrovato certezze, sia da un punto di vista tecnico, sia da un punto di vista tattico, sia da un punto di vista(soprattutto aggiungiamo noi) psicologico.

Se la vittoria con la Juventus era stato il capolavoro di Sousa, capace di imbrigliare Allegri con un pressing offensivo e sfiancante, con una condotta di gara accorta ma tremendamente efficace anche per qualità e intensità, il successo di Verona è stato d’altro canto frutto di una consapevolezza dei propri pregi. La Fiorentina è stata meno bella, ma tremendamente più concreta. Ha approfittato degli errori avversari, ha volto a suo favore gli episodi della gara e ha azionato il pilota automatico quando non c’era più da rischiare ma soltanto da gestire. In poche parole, due vittorie diverse, emozionale la prima più razionale la seconda, ma tremendamente importanti per il peso specifico, all’interno di una stagione che adesso può finalmente decollare a partire dal quarto di finale di Napoli.
E a corroborare il tutto i soliti dati numerici, quelli cari agli statisti: la Fiorentina, se si eccettua il doppio successo con Palermo e Sassuolo del Dicembre scorso, non vinceva in campionato due gare di fila dal Febbraio 2016. Era la settimana di San Valentino, aperta dal successo con l’Inter e proseguita con quello a Bergamo, con una squadra in lotta per il terzo posto.

Quel terzo posto che ha indicato come obiettivo nel post gara del Bentegodi Federico Chiesa, la favola in viola di questa stagione. Primo gol in carriera in Serie A, l’ennesima prestazione da capogiro e un talento misto a umiltà che ha contagiato tutti, ha messo d’accordo tutta la tifoseria pronta a riabbracciare, dopo e insieme con Bernardeschi e Babacar, un nuovo prodotto del proprio settore giovanile determinante e decisivo per la prima squadra.
Ad arricchire la settimana perfetta ci ha pensato anche e soprattutto poi Nikola Kalinic, con quel “No grazie, resto a Firenze” all’offerta cinese che rappresenta forse uno dei gol, metaforicamente più belli, che ha realizzato da quando è alla Fiorentina. In un mondo in cui la legge del più forte si lega alle disponibilità economiche, l’attaccante croato ci ha fatto capire che forse non sempre i soldi sono sinonimo di felicità. Almeno calcisticamente parlando.

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