Duro confronto ieri in conferenza stampa, Commisso ha accusato Firenze di irriconoscenza e lanciato una provocazione. L’analisi de La Nazione
Un’esondazione prima quieta – ma quanta fatica per trattenerla – e poi impetuosa da Firenze verso il resto del mondo, dove Rocco Commisso ha chiarito di potersi dirigere quando e dove vuole essendo in grado, considerato il suo patrimonio, «di comprare qualsiasi club in qualsiasi sport». Una minaccia di addio? Di sicuro una lunga collezione di parole appuntite, un’ora e cinquanta minuti di conferenza stampa per estrarsi sassolini, sassi e alla fine macigni dalle scarpe con un giro panoramico che è partito da una considerazione: i fiorentini criticano troppo, mi diano tempo, ho investito tanti soldi (circa 335 milioni, secondo i conti di Commisso) e se proprio vogliono – «visto che sanno tutto di calcio» – si riprendano la società, la gestiscano meglio di me, si divertano. Dopo averla comprata, questo è ovvio. Così scrive La Nazione.
CITTÀ TROPPO CRITICA. Tema non nuovo, ma questa volta Commisso ha allargato il tiro su Firenze accusandola praticamente in toto di irriconoscenza: «Sono venuto perché innamorato di questa città dal 1973, ci sono tornato poi negli anni e nel 2016 ho presentato la prima offerta per comprare la Fiorentina. Ci ho messo passione e tanti soldi, eppure ho ricevuto soprattutto critiche… Mi chiedo quanto altri presidenti in giro per l’Italia abbiano raggiunto in fretta i risultati. Eppure Firenze non è contenta, mi accusa, offende la mia famiglia, ha massacrato i miei giocatori…».
LA PROVOCAZIONE. E qui la durezza si è trasformata in ironia, chiamando indirettamente in causa le forze imprenditoriali della città: «Chi volesse la Fiorentina dovrebbe fare come me, di questi 335 milioni mettere una caparra di 35 entro 10 giorni. Non scherzo, vediamo se qualcuno si farà avanti… Ci sarà qualche fiorentino disposto ad acquistarla? Do questa opportunità, soldi e finanziamento per prendere il comando del club in cambio di garanzie, magari qualche casa visto che mi chiamano ‘mattonaro’». Uno sfogo che evidentemente parte da lontano, avendo evidentemente catalogato il padrone della Fiorentina ogni critica espressa sui giornali, sul Web, alla radio o in Tv.
Di
Redazione LaViola.it