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Critiche e applausi: il Baba che divide. Giovane con ingaggio da top player

CI SONO giocatori che uniscono. Sempre, in qualsiasi situazione, nel bene e nel male. E ci sono giocatori che invece dividono e in modo più o meno volentario si mettono al centro di un contrasto di opinioni destinato a segnare la loro carriera. In questa seconda squadra è ormai entrato a titolo definitivo Khouma Babacar, l’attaccante di colore che sembra aver diviso in modo netto i giudizi su di lui. Giudizi della critica e pareri dei tifosi, non prevedono più mezze misure o tonalità di grigio. Solo bianco o nero, dunque. Ovvero, c’è chi ama e continua ad aver fiducia in Baba e chi invece lo ha ormai mollato e bocciato senza la prospettiva di prove di appello.

IL CONTRASTO netto del resto fa parte della carriera del centravanti. Prendiamo il rapporto con Sousa. Pareva logoro all’inizio, addirittura irrecuperabile man mano che Babacar falliva le occasioni che il tecnico portoghese gli metteva a disposizione. Poi, proprio al termine della partita che poteva determinare la vera bocciatura del giocatore ecco la sorpresa. Sousa inverte la rotta e premia Babacar con un applauso speciale. Ed evidentemente sincero. «Migliore in campo contro la Roma», dirà il portoghese e a conferma della sua analisi, ecco la rinnovata fiducia nel match contro l’Udinese, l’altro ieri. Nonostante il recupero di Kalinic.

BABA ’spacca’ così anche i tifosi. C’è chi non è più disponibile ad abbonarli anche un minimo errore (e rumoreggia) e chi invece sente che lui, giovane, giovanissimo e quindi ancora da guardare in prospettiva, non può non essere destinato a crescere e a diventare un centravanti di razza. Magari, come si dice per Bernardeschi, con la maglia della Fiorentina cucita addosso. Ragazzo umile, Babacar (le parole del dopopartita con l’Udinese lo dimostrano), anche nella lista degli stipendi della rosa a disposizione di Sousa, proprio lui può vantare già un contratto da top player. Altra situazione che stride, questa. Ma fu la Fiorentina, una volta riportato l’attaccante a casa (dal Modena) a decidere che era già arrivato il momento di coprire d’oro quel giovane di colore che avrebbe potuto (e dovuto) prendersi sulle spalle l’attacco e i gol della squadra. Tanti soldi che però non hanno avuto un riflesso immediato sul rendimento del giocatore. Anzi, se non ci fosse stato Kalinic… Un’occhiata al futuro ed ecco riemergere l’interrogativo di sempre: che fare con Babacar? Ascoltare una volta per tutte le tentazioni di mercato o far finta di niente come nelle ultime tre sessioni riservati agli affari d’inverno, d’estate e poi ancora d’inverno? Eccolo l’ennesimo contrasto che segna il cammino e la carriera di Babacar. L’attaccante che divide.

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