La Fiorentina gioca malino, trovando enormi difficoltà sulla trequarti, ma dopo il primo gol subito sparisce dal campo. Gli innumerevoli errori individuali sono anche frutto di poca serenità. E Italiano dice che non sa come rimediare
La prima trasferta europea della Fiorentina dopo cinque anni ha i contorni del dramma. Sembrava la solita scialba prestazione a cui troppe volte ci hanno abituato i viola in questo inizio stagione, invece con l’Istanbul Basaksehir è andata anche peggio.
Gli errori individuali sono stati ancor più gravi dei tanti già visti fino a oggi. Con la ciliegina sulla torta da scegliere tra i due peggiori in campo: Gollini, colpevole anche nel primo e nel terzo gol del Basaksehir, regala inspiegabilmente il raddoppio ai suoi avversari con un palleggio fuori area che farebbe le fortune di Mai dire Gol. Ikoné, dopo l’ennesima pessima prova, si prende un’espulsione senza senso.
Contro una squadra che è sembrata alla portata anche di una Fiorentina ampiamente incerottata, nel primo tempo la squadra ha fatto la partita, rischiando tanto con il suo solito atteggiamento ultra aggressivo in pressione nonostante la difesa in emergenza e tremando durante un paio di verticalizzazioni dei turchi. Perlomeno però i viola arrivavano con facilità al cross o in zona trequarti, per poi perdersi clamorosamente in imprecisioni o veri e propri erroracci che denotavano la scarsa qualità dei viola. Se nella prima frazione si erano visti i soliti grandi problemi di questa squadra in attacco, dopo aver subito l’1-0 al 57′ la Fiorentina in pratica non c’è più stata, mostrando una fragilità mentale sconcertante. Il colmo è il destro a botta sicura di Jovic, sparato in curva. Emblema della fase offensiva attuale della Fiorentina.
Ora la crisi è aperta. Una reazione dopo tanti risultati negativi era attesa, invece ne è nata una figuraccia. La peggiore di questo campionato, nel peggior momento. E non ci si può nascondere dietro l’attenuante infortuni, che comunque era presente soprattutto in quest’ultima gara, perché i viola vengono da otto partite senza vittoria.
La Fiorentina è una squadra in grande difficoltà. Difficoltà non solo fisiche ma soprattutto mentali. Gli errori di Gollini, Ikoné e Jovic, così come quelli di tutta la squadra, sono anche frutto di scarsa serenità mentale.
I limiti della rosa, poi, sono sempre più evidenti per una squadra che deve affrontare tre competizioni. Tra la regia scolastica di Mandragora vista con l’Istanbul Basaksehir e una qualsiasi prova di Torreira c’è un abisso. Fino a oggi, persino in attacco i viola ci stanno perdendo nel cambio Piatek-Jovic, cosa che nessuno si augurava. Figuriamoci se pensiamo chi sono i centravanti della Fiorentina oggi e chi c’era fino a gennaio. Ma d’altra parte, le scommesse si chiamano così per un motivo, e chiunque sapeva che Jovic era una scommessa. Ci auguriamo che alla fine verrà vinta dalla società, ma è innegabile che il primo mese in viola del serbo sia stato molto deludente.
Infine, il problema della difesa. Per affrontare tre competizioni la Fiorentina ha in squadra tre centrali di ruolo e uno, Ranieri, adattato da difensore centrale in una difesa a quattro e che sembrava fuori dal progetto fino all’ultimo giorno di mercato. Ultimo giorno in cui è stato ceduto Nastasic decidendo di puntare sul classe 1999. Una decisione francamente incomprensibile, ‘punita’ dalla sorte, visti i numerosi problemi fisici che stanno colpendo i centrali viola. L’Igor di questa stagione non è paragonabile a quello dello scorso campionato, ma quello visto ieri è un giocatore con evidenti limiti fisici, costretto a giocare per assenza di alternative.
Le parole di Italiano in conferenza stampa, poi, non lasciano grande fiducia. “Non so come dobbiamo cercare di rimediare a questa situazione”, “l’anima in questo momento non ce l’abbiamo”. Sono frasi pesanti, che trasmettono un messaggio di grande sconforto. Con tutte le attenuanti fisiche già citate – anche se tutti questi problemi fisici in un periodo così ristretto potrebbero non essere solo frutto del caso –, è lui il primo che deve trovare le motivazioni per far emergere la squadra da questo brutto momento.
La paura più grande è che Italiano non abbia più in mano il gruppo, ma questo non si può dare affatto per scontato. Perché questa è ancora una squadra allenata da Italiano. Lo si vede dall’atteggiamento tattico del primo tempo, seppur con ritmi da amichevole e con qualità nelle giocate che rasenta lo zero. Così come lo è quella del primo tempo del Franchi col Twente o quella vista contro Napoli e Juve. Però se il tecnico si arrende, tanto vale alzare bandiera bianca.
Ci auguriamo che siano solo dichiarazioni a caldo. La scomparsa dal campo della Fiorentina dopo il gol subito è la cosa più preoccupante, la prima sulla quale lavorare. Recuperare la tenuta mentale deve avere la priorità. Sui palesi limiti della rosa, invece, ormai c’è ben poco da fare.
Di
Marco Zanini