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Non solo lo stadio. Dea-Napoli insegnano, (altri) errori sul mercato letali per crescere

Barone Commisso Pradè Fiorentina

Senza stadio e infrastrutture la crescita è impossibile? Non è del tutto vero. Sarebbe più lenta, ma raggiungibile. Serve sbagliare in meno possibile dal mercato

Senza stadio di proprietà e aumento del fatturato non può esserci una vera crescita. Il messaggio ormai è chiaro. Aumentare le entrate, però, non è del tutto impossibile anche senza. Come? Sbagliando poco se non niente in fase di mercato e crescere sportivamente aumentando le entrate in altro modo.

IMMEDIATA VS GRADUALE. Certo sarebbero due percorsi differenti. Uno, quello con lo stadio, più rapido. Perché le entrate aumenterebbero subito, già prima della disputa del primo incontro ufficiale. Il bene sarebbe infatti messo a bilancio, così come gli investimenti fatti per realizzarlo. L’altra, quella meramente sportiva, più lenta e con margini d’errore praticamente nulli. Ma non impossibile. E una non esclude l’altra. Anzi. Era proprio questa l’idea in testa a Commisso. ‘Con una mano penso al bene della società, con l’altra alla squadra’. Tradotto: penso all’oggi ma anche al domani della Fiorentina. ‘Fast fast fast’ è stato il suo primo slogan, sullo stadio e sulle infrastrutture. ‘Datemi tempo’, invece, per l’altro filone.

EUROPA. Entrare nel circolo virtuoso dell’Europa che conta è l’unico modo per garantirsi entrate continue e far schizzare il fatturato verso l’alto. Raggiungerla, però, non è un percorso semplice. Lo insegna la Lazio, che per due anni di fila è arrivata quinta e solo adesso è in lotta per lo scudetto. Ma praticamente certa di entrare in Champions.

NAPOLI. Il caso più ‘sportivo’ di crescita senza infrastrutture è quello del Napoli. Dalle cessioni di Cavani e Lavezzi ha stabilmente rinforzato la propria rosa inserendo via elementi di maggior rilievo riuscendo a tenere i bilanci in ordine. Attraverso nuove cessioni, e nuovi investimenti. Ed eccezion fatta per questo campionato, da anni, lotta ed entra in Champions costantemente.

ATALANTA. I nerazzurri hanno aumentato il fatturato in maniera esponenziale grazie alle ultime stagioni vissute da protagonisti in Italia ed Europa. Adesso è arrivata a 186 milioni di euro, quasi il doppio della Fiorentina nonostante una storia ed un bacino d’utenza irrisori rispetto alla Fiorentina stessa. Ed anche i nerazzurri lo hanno fatto attraverso una programmazione che viene da lontano, e scelte di mercato quasi mai sbagliate. Anzi. Forse anche troppo azzeccate.

ERRORI. Il cammino della nuova Fiorentina è ancora alla fase primordiale. E solo il tempo dirà se il lavoro degli uomini mercato viola sarà stata pienamente azzeccata o meno visti gli innesti di tanti giovani (Lirola, Kouame, Castrovilli) e le potenzialità di baby predestinati come Vlahovic. La crescita, certamente, non poteva esserci con la filosofia dell’ultimo periodo di Della Valle – Corvino, quando partivano certezze come Vecino, Badelj (di allora) e arrivavano sconosciuti come Norgaard in nome del bilancio e delle plusvalenze o dell’abbassamento dei costi. Ma sbagliare troppo, per chi vuole e deve crescere in fretta, sarebbe letale.

PEDRO & CO. E di errori, come detto, ne sono già stati commessi. Senza voler fare la lista delle operazioni azzeccate (tante) e di quelle sbagliate (altrettante), servirà già dalla prossima sessione di mercato evitare altri errori come quello di Pedro, scommessa persa e onerosa. Così come rischia di diventarlo anche Patrick Cutrone. Su Boateng e Badelj, invece, c’è già la certezza di aver sbagliato. Ed anche se i costi di trasferimento sono stati irrisori, a livello di ingaggio hanno comunque pesato. Il vecchio detto del ‘vince chi sbaglia di meno’ che caratterizza l’attività dei direttori sportivi è nel caso della Fiorentina un’esigenza quasi fondamentale.

PRADE’. E dopo i mille alibi della scorsa estate, già gennaio era stato un esame per Daniele Pradè. Superato, visto il raggiungimento di obiettivi come Duncan e soprattutto Amrabat, da rivedere per l’operazione Cutrone. Ma come detto, di difficoltà e ostacoli ce n’erano in quantità. Sia la scorsa estate, che in inverno. E nella prossima finestra ci saranno le incognite sia temporali che economiche delle conseguenze del virus. Ma allo stato attuale delle cose, con i mille inghippi sul fronte infrastrutture con la querelle Stadio alla Mercafir – A Campi – Franchi più che mai (purtroppo) in stand by sarà fondamentale sbagliare poco se non nulla. Sia in uscita, che in entrata. Pradè, confermato direttore sportivo della Fiorentina dalla società viola, lo sa bene. In attesa di sviluppi sul tema infrastrutture serve dare subito una scossa alla crescita sportiva.

Così come Beppe Iachini anche Pradè si gioca il futuro. La Fiorentina è legatissima al suo Ds, sia in maniera professionale che umana. Ma adesso è chiamato anche lui a dare risposte importanti.

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