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Cosa resta del ritiro a Moena: da Benassi a Kokorin, nuove certezze, sorprese e dubbi che rimangono

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Stamani ultima sgambata in Val di Fassa. Due settimane di lavoro che hanno dato indicazioni a mister Italiano

Due settimane di ritiro a Moena per mettere ‘benzina nelle gambe’ ma anche per iniziare a trasmettere i principi di gioco del nuovo allenatore. Con lo screening della rosa a disposizione in Val di Fassa. Questi erano gli obiettivi di tecnico e società alla partenza per il Trentino, il 17 luglio. Il voto è altissimo per quanto riguarda la partecipazione e l’abnegazione al lavoro, sinceramente non me l’aspettavo. Sono felicissimo perché ho trovato ragazzi stupendi. Abbiamo lavorato bene e qualche principio lo stiamo assimilando”, ha detto Italiano dopo l’ultima amichevole di ieri. Adesso, però, il tempo delle scelte. Sulla scia delle indicazioni avute in ritiro.

VALUTAZIONI. Già con Pradè, Barone e Burdisso sono arrivati i primi confronti di mercato. “Sono tutti giocatori di livello che l’allenatore deve valorizzare. Sono tutti giocatori che hanno qualità e campionati sulle spalle, sono stati pagati per farli venire a Firenze. Adesso alla ripresa avremo anche i nazionali: faremo delle giuste valutazioni. Se c’è da migliorare lo faremo anche in tutti i reparti. Abbiamo delle cose in mente e cercheremo di fare il possibile”, ha detto il tecnico. Che a Moena ha avuto le prime risposte. Partendo da dietro, in porta il trio sembra delineato: Dragowski, Terracciano e Rosati sarà il gruppo di lavoro durante l’anno. Anche se per il polacco, in scadenza 2023, bisognerà arrivare ad un rinnovo di contratto in tempi non troppo lunghi. Ma ha dimostrato di potersi applicare anche nella costruzione dal basso cercata da Italiano.

DA BIRAGHI A LIROLA. Poi la difesa: Milenkovic si è sempre allenato al massimo a Moena, nonostante il suo futuro sia sempre più lontano dai colori viola visto il mancato rinnovo. Igor ha iniziato a disimpegnarsi come centrale di sinistra: qualche movimento da correggere, ma ci si può lavorare. Italiano si è soffermato poi spesso su Ranieri, sempre come centrale. Vedremo se sarà confermato, al pari del giovane Dalle Mura (2002), che comunque ha ben impressionato. Sugli esterni Biraghi, dopo una stagione non semplice (per lui e per tutta la Fiorentina), si è confermato punto fermo di questa Viola, dentro e fuori dal campo. “Sono sempre il cane da bastonare, questo non mi crea problemi: meglio io che un compagno che ne soffre. Ho chiaro cosa voglia dire indossare la maglia viola e mi prenderò delle responsabilità in più”, ha detto il terzino, anche capitano durante le amichevoli. Non sono insomma previsti scossoni a sinistra. Dall’altra parte stessa considerazione per Venuti, tra i leader anche per la sua fiorentinità (preso a punto di riferimento anche dai tifosi). Mentre Lirola può essere la freccia in più a destra: gamba e corsa che possono sposarsi molto bene con le idee di Italiano, che chiede inserimenti continui ai suoi esterni. Marsiglia permettendo: lo spagnolo si è sempre allenato bene, così come Milenkovic, ma l’impressione è che il tira e molla con l’OM possa andare avanti ancora per qualche settimana. A sinistra, invece, è cresciuto Terzic: era andato via da Firenze come ragazzino acerbo, è tornato con molti più giri nel motore e più sicurezze nei propri mezzi. Ha tanti margini di miglioramento, ma si è messo in mostra. Il giovane Frison è stato invece spesso impiegato come ‘jolly’, mentre Ferrarini va sempre più verso il passaggio al Crotone.

NUOVE CERTEZZE E SORPRESE. Capitolo centrocampo. Nuove certezze e alcune sorprese. Se Bonaventura rappresenta un punto fermo, specie nel calcio di Italiano che prevede tanto movimento senza palla dei suoi interni, Benassi è un ‘titolare di ritorno’. Zero minuti nella sfortunata stagione al Verona, ma a Moena si è presentato in grande stile dimostrando di poter essere un’arma in più in questa Fiorentina. A sinistra il giovane Maleh ha sorpreso per dinamismo, piedi buoni e ottimo sinistro. Può fare come Castrovilli, da protagonista in B a sorpresa in A? Presto per dirlo, ma senz’altro si sta dimostrando un giocatore molto interessante. Poi Duncan, giocatore che ha caratteristiche uniche nel centrocampo viola. Anche se qualcuno lì in mezzo, visti anche i rientri di Castrovilli e Amrabat (per il quale è difficile capire la collocazione in questo sistema di gioco, rispetto a quanto visto a Moena), è forse di troppo. In regia, in attesa di Pulgar, si sono alternati Krastev e Bianco. Il primo, classe 2003, aveva ben impressionato nella prima parte di ritiro, poi ha chiuso con qualche problemino fisico. Il secondo, classe 2002, è stata invece la vera rivelazione tra i giovani ex Primavera saliti a Moena. “Bianco è stato una bellissima sorpresa. E’ bravissimo nel capire subito le richieste dell’allenatore. E’ un ragazzo intelligente, mi avevano detto che non era un play, gli ho chiesto questo sacrificio e penso che si meriti tanti complimenti perché ha dato grande disponibilità ed è stato davvero una grande sorpresa. Complimenti a lui perché ha saputo sfruttare questa occasione. Un ragazzo che vuole fare strada deve comportarsi così. Se continua così può essere dei nostri“, ha detto l’allenatore a chiusura di ritiro. Senz’altro tecnico e dirigenti ci penseranno ancora un po’ prima di pensare ad un trasferimento in prestito. In ogni caso la sensazione generale è che lì in mezzo, al di là della sorpresa Bianco, ci sia bisogno di un ‘play’ di livello e personalità, vista l’importanza del ruolo nel gioco di Italiano.

I DUBBI SU KOKORIN. Davanti, invece, la certezza è rappresentata sempre più da Vlahovic. Applicazione, determinazione, forza di trascinare la squadra in ogni esercitazione. È lui l’uomo del ritiro, la stella della squadra ma anche un ‘giovane vecchio’ che a 21 anni, nonostante un rinnovo di contratto da discutere e tante big che lo cercano, non molla di un centimetro in ogni allenamento. Alle sue spalle invece restano i dubbi su Kokorin: si è sempre allenato con i compagni (e già questo è un buon segnale), ma solo negli ultimi giorni ha mostrato qualche guizzo degno di nota. Italiano lo ha utilizzato come punta centrale in questo stile di gioco, ma certo deve migliorare nei movimenti. Probabilmente comunque la condizione fisica in crescendo potrà aiutarlo nella seconda fase di preparazione. Anche se i ragionamenti su un giocatore pagato 4,5 milioni e dallo stipendio di 1,8 milioni annui continuano.

RIVALUTATI. Poi gli esterni offensivi, la vera rivoluzione rispetto al credo tattico delle ultime due stagioni. Sottil, ad esempio, si è rilanciato come ala sinistra, anche se Italiano lo sprona sempre a migliorare le sue giocate (puntare più la porta, tagliare meno dentro al campo nel possesso palla). Così come Saponara, sempre a sinistra nel ‘gioco delle coppie’. Era trequartista, è stato trasformato esterno da Italiano allo Spezia. E a Moena si è dimostrato un giocatore affidabile e imprevedibile negli ultimi metri. Riuscirà a garantire questo rendimento anche con avversari di più alto livello? Vedremo, ma l’impressione è che la conferma (specie nel roster dei 5 esterni voluti dall’allenatore) sia sempre più vicina. Poi Callejon: partenza di ritiro diesel, è poi cresciuto fino a quell’infortunio in amichevole. Ma è un giocatore che con il 4-3-3 non può non essere tenuto in considerazione. “Callejon sa giocare molto bene in questo sistema: mi dispiace averlo perso in questo ritiro. Conosce benissimo tutto quello che deve fare. Se recuperato, penso possa essere una freccia a disposizione”, ha detto Italiano. Tra i giovani, invece, meglio Agostinelli (più a suo agio come esterno) di Munteanu. Mentre Montiel non si è praticamente mai visto per problemi fisici (è in recupero).

I NAZIONALI E IL MERCATO. Valutazioni sulla rosa che andranno avanti in questi giorni. Con il rientro di Pezzella, Quarta, Pulgar, Castrovilli, Gonzalez e poi Amrabat e Kouame che contribuirà a dare una visione d’insieme su questa Fiorentina. Da inizio agosto partirà la fase 2. Due settimane all’inizio della stagione (c’è la Coppa Italia a Ferragosto) e venti giorni all’esordio in campionato all’Olimpico. Primi concetti messi dentro, ancora tanto lavoro da fare. Con il mercato che dovrà dare una mano ad un tecnico, Italiano, che fin qui ha convinto tutti per idee e determinazione.

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