Intervista all’ex dirigente della Fiorentina, oggi al Lecce: “In Champions con i viola, avrei potuto prendere qualche treno per lo scudetto”
Intervista sui canali della Gazzetta dello Sport per Pantaleo Corvino. L’ex dirigente viola è tornato a raccontare alcuni aneddoti della sua esperienza a Firenze: “Un talento con la cultura è diverso dal talento senza cultura. Devi sapere su quali cavalli puntare. Jovetic, Ljajic, Nastasic, Vlahovic, Savic. Ragazzi sconosciuti che hanno arricchito il loro Paese. Il sindaco di Belgrado vuole farsi promotore per darmi la cittadinanza slava”.
VIDIC. “Mi piaceva molto, l’avevo visto in Serbia, poi andò in Russia. Lo volevo a tutti i costi a Firenze. Feci pagare alla Fiorentina la clausola rescissoria da 6 milioni e mezzo di dollari, ero andato a Mosca tre volte per parlare con il ragazzo e con la moglie. Quando dissi che i proprietari erano i Della Valle, che avevano Tod’s e altro, le portai una borsa. Dovevo cedere un calciatore extracomunitario il 1° gennaio per tesserarlo. Il giorno di Santo Stefano ero alla tv a vedermi il Manchester, e vedo che Ferdinand si infortuna. Per Capodanno chiamo il ragazzo per fargli gli auguri, e non mi risponde. Stessa cosa il procuratore. Il giorno dopo leggo che lo United aveva preso Vidic pagando 20 milioni di dollari, il triplo della clausola. E 2,5 milioni al ragazzo, io gli avevo fatto un contratto da 800mila euro. Io rimasi male, avevo i contratti firmati. Poi lo prese Inter, e c’era alla prima giornata la partita con la Fiorentina. Uscì lo striscione “Vidic riportaci la borsa”.
VIDAL. Parentesi su quel Vidal che non arrivò per motivi tattici di Prandelli: “Vidal me lo ricorda spesso, quando a Bologna c’era Pulgar avevano in comune lo stesso procuratore. E mi portò una maglia di Vidal, con una dedica: “A quel… che non mi prese per colpa di…”.
VLAHOVIC. “Non aveva neanche 18 anni, pagato 1 milione di euro e fu ceduto per 80 milioni. Una bella soddisfazione, una bella plusvalenza. Le società hanno bisogno anche di tirare il fiato quando ci sono queste entrate”.
SOLO LO SCUDETTO. “A Casarano con Miccoli, a Lecce con Vucinic, a Firenze te ne potrei dire tanti, i fatti dimostrano che sono avanti con i tempi. Oggi Camarda è un ragazzo che gli dai 22-23 anni. Partendo dalla Terza Categoria sono arrivato in Champions League con la Fiorentina. Se fossi salito su qualche treno in quel periodo, avrei potuto raggiungere l’unico obiettivo che mi manca, lo scudetto. Ma sono contento, non mi manca nulla”.
Di
Redazione LaViola.it