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Corvino ritrova Saputo dopo 3 anni: il ‘modello Fiorentina’, il divorzio col Bologna. E quella cena con Cognigni

Il grande feeling e poi il divorzio: Corvino torna a Bologna e ritrova il presidente canadese. Il Corriere dello Sport ripercorre i tempi in rossoblu.

quasi tre anni dalla separazione, domenica Pantaleo Corvino e Joey Saputo si ritroveranno. No, non c’è stato alcun contatto tra i due dopo quel giorno di metà marzo del 2016 in cui Corvino spiegò al chairman i motivi del suo addio forzato, nonostante fosse ancora legato al Bologna da un contratto di due anni. Le verità sono tre, scrive Il Corriere dello Sport.

SEPARAZIONE. La prima: come i ministri di Saputo vedevano dai primi giorni del suo arrivo Corvino come fumo negli occhi, per lo stesso Corvino erano un peso da tempo, avendo capito di essere un ostacolo per loro, e con il Bologna ormai salvo a due mesi dalla fine del campionato, ecco che fece il grande passo.
La seconda: non si sarebbe mai aspettato che Saputo credesse a ciò che via via gli riferivano sul suo conto, finendo in pratica per sentirsi tradito da chi lo aveva convinto ad accettare il Bologna. Come lo stesso Saputo aveva annunciato nella sua prima intervista italiana. «Fenucci l’ho trovato qua, avendolo portato Tacopina, Corvino invece l’ho portato io».
La terza, altrettanto significativa: Corvino aveva capito da luglio che qualcosa era cambiato e non a caso nei mesi successivi arrivò quel confronto acceso con Fenucci, nel corso del quale il responsabile dell’area tecnica del Bologna gli disse che aveva accettato l’incarico volendo farlo diventare la Fiorentina dei Della Valle e non farlo vivacchiare nella bassa metà destra della classifica. 

‘NUOVA FIORENTINA’. Saputo conosceva da anni Corvino, e quando lo chiamò la prima volta, su per giù gli disse quanto segue: «Prendo il Bologna, ti voglio come mio direttore tecnico affinchè tu possa fare del Bologna il modello Fiorentina». Sì, arrivò con questa idea ferma e chiara nella testa Corvino a Casteldebole, ma si accorse quasi subito che sarebbe stata dura. Corvino che da subito diventa ingombrante a Casteldebole, perché tutto ciò che riguarda l’area tecnica della prima squadra e del settore giovanile deve passare da lui. Non vuole interferenze sul mercato, volendo fare di testa sua, come sempre d’altra parte si era comportato alla Fiorentina. Al centro tecnico per il momento gonfiavano, ma dovevano sopportare, anche perché c’era da portare il Bologna in serie A.

ARIA PESANTE. Dopo la promozione, è scoppiato ‘il bubbone’. La storia dei 15 milioni da investire sul mercato che gli hanno fatto saltare gli acquisti di Defrel e Duncan è stata la prima scintilla, poi è vero che i soldi sono aumentati ma ormai l’onda era già partita. L’arrivo ventilato di Sabatini strombazzato sempre di più e mai smentito dalla società, le voci tirate fuori ad arte sul conto di Corvino da chi era arrivato da Roma con Tacopina e avrebbe voluto fare il grande capo del settore giovanile e che invece non poteva neanche avvicinarsi al campo. E poi una storia legata a Diawara portata a Montreal sul tavolo di Saputo e le velate accuse sul calciatore e sul suo management. Il punto è che Saputo doveva sapere bene come era fatto Corvino e come Corvino si era comportato alla Fiorentina. 

LA CENA CON COGNIGNI. La rottura era inevitabile. Nonostante il Bologna a quel punto avesse battuto il Napoli, vinto a San Siro contro il Milan, a Genova con il Genoa, a Reggio Emilia contro il Sassuolo e a Udine, e fermato sullo 0-0 la Juve che vinceva da 16 domeniche di fila. La decisione di Corvino arrivò il martedi dopo la sconfitta di Milano contro l’Inter. Poi pochi giorni più tardi l’atto finale della sua cena al ristorante a Bologna con il presidente della Fiorentina Mario Cognigni. Corvino poteva tornare alla Viola, voluto di nuovo a tutti i costi da Diego Della Valle. 

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