Queste le parole di Pantaleo Corvino, che come di consueto a fine mercato, risponde alle domande dei cronisti in sala stampa: “In questo mercato non ho pensato ad impoverire la squadra, come pensa qualcuno. Quello che abbiamo fatto fino ad oggi non è figlio solo della campagna acquisti di gennaio, ma di un percorso fatto da quando sono arrivato. Mi posso vantare di essere il più longevo direttore della Fiorentina, sono stato qui dodici anni. Firenze mi ha chiesto sempre chiarezza. Il messaggio del tifoso è stato questo: se voi sarete chiari, noi saremo al vostro fianco. Ed io quando sono tornato sono stato chiaro, dicendo che c’era un buco di 38 milioni di euro da coprire, oltre che un monte ingaggi di 72 milioni di euro da ridimensionare. Per una squadra che fattura 85 milioni di euro, questi numeri non erano sostenibili. Anche Andrea Della Valle ha detto di aver fatto delle ‘follie’ in passato, ma adesso l’obiettivo era quello di mettere a posto i conti, per poter ripartire”.
“Quando lavori ci sono cose che possono riuscirti bene, oppure meno bene. Per certi aspetti oggi mi sento fiero e orgoglioso, ho detto a tutti con chiarezza quello che ho fatto. Il buco di bilancio non c’è più, anzi c’è un attivo. Da domani posso comprare senza dover vendere. E questo mi rende orgoglioso. Una parte di quello che abbiamo incassato è andato sulle strutture, altri introiti sono andati sul settore giovanile. Abbiamo preso Vlahovic, Graiciar, Kukovec, Milenkovic, Castrovilli… saranno tutti nostri calciatori nel futuro. Quando fai tutto questo lavoro ti senti fiero. Poi però mi sento anche deluso, perché evidentemente non sono riuscito a comunicare bene i nostri obiettivi a media e tifosi. Oggi siamo tutti divisi, come cane e gatto, anche se fino a due settimane fa eravamo in zona Europa. Oggi io mi devo sentire colpevole perché ho portato Olivera, Sanchez o Cristoforo? Certo, qualcuno più bravo c’è, ma ognuno fa con quello che può, compatibilmente con i nostri obiettivi primari. Credo di non aver impoverito tecnicamente la squadra, nel cambio Babacar-Falcinelli. Economicamente il discorso è diverso, perché Babacar era in una situazione particolare. Non ho mai trovato un allenatore che mi abbia detto che Babacar era il suo titolare, solo questo avrebbe giustificato il suo alto ingaggio. Oggi siamo a 34 milioni di euro di monte ingaggi, più altri 3-4 milioni di premi se la squadra raggiungerà gli obiettivi. Per Hagi vale lo stesso discorso: aveva fretta, voleva bruciare le tappe e l’allenatore mi ha detto che non poteva essere utile adesso per la prima squadra”.
Sul ‘mercato da Lecce’ di cui ha parlato Sconcerti: “Chi ha detto che io faccio un mercato da Lecce, ovvero Mario Sconcerti, è uno dei migliori giornalisti italiani. E poi è stato anche dirigente di calcio. Lui sa che quando si è dirigenti si devono centrare degli obiettivi, altrimenti si rischia il fallimento. Se io quindi devo lavorare da Lecce, per non far fallire la mia azienda, va bene che si dica questo. Non accadrà mai che la famiglia Della Valle fallirà, ma oggi loro vogliono che la Fiorentina sia equiparata ad una loro azienda. Oggi lo dico con vanto, Lecce per me è stata una tappa straordinaria, danni non ne ho fatti. Alla Fiorentina, quando c’è stato da spendere abbiamo preso giocatori importanti. Oggi bisogna arrivare a certi obiettivi con giocatori che forse non sono da Fiorentina. Ma spero che qualcuno di questi possa far innamorare i nostri tifosi. Mario Sconcerti è anche un tifoso della Fiorentina, penso che volesse esortarmi a comprare giocatori da Fiorentina. Oggi purtroppo non lo posso fare. Ci auguriamo che, dopo aver sistemato la situazione, si possa andare a prendere giocatori da Fiorentina”.
Sul clima in città: “Domenica mi sono solo permesso di dire che per me è difficile lavorare in questo clima, rispondendo ad una domanda precisa. Poi c’è chi ci ha voluto costruire trasmissioni sopra e c’è chi ha voluto riportare il mio pensiero ed il mio stato d’animo in modo corretto…”.
Sulla partita contro il Bologna: “Ci sono stato un anno e mezzo, ho un bel ricordo. Sono stato chiamato per andare in Serie A e ci siamo andati. Il primo anno c’era da salvarsi, ed alla nona giornata con la squadra al nono posto, sono andato da chi mi aveva preso ed ho chiesto di interrompere il rapporto. Con Diawara, preso a 600.000 euro, è stata fatta la più grande plusvalenza della storia del Bologna. Dopo che me ne sono andato l’ho affrontato tre volte, ed ho sempre vinto… Dopo la partita di domenica contro il Verona, alla squadra ho detto che ci ha dato davvero delle emozioni che non ci aspettavamo nel girone d’andata, con tanti giocatori nuovi da assemblare. Ho detto ai ragazzi che da dopo le vacanze, invece, non stanno dimostrando quello che erano”.
Sui modelli da seguire: “La Fiorentina deve prendere a modello squadre come Atalanta, Sampdoria o Udinese? Stiamo scherzando? Questa è la più grande stortura che sento dire in giro. I punti che ha fatto la famiglia Della Valle da quando è a Firenze, con Corvino o senza Corvino, sono molti di più. Questa società ha fatto decine di punti in più delle squadre citate negli ultimi anni, ed io dovrei prendere spunto da loro? Io mi meraviglio di chi dice queste cose. Il mio presidente non voleva dire che bisogna prendere spunto da queste società, ma ha detto che fino ad oggi ha fatto cose fuori da quello che si fa normalmente. Oggi, facendo le cose per bene, dobbiamo fare come quelle squadre che citate voi e che, spesso, fanno campionati che possono portarle in Europa. A queste squadre non invidio nulla, forse solo le strutture, ma io non calpesto la storia della Fiorentina”.
Di
Alessandro Latini