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Corvino: “Italiano è un predestinato. Ho dato il meglio di me a Firenze nel secondo ciclo”

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Le dichiarazioni dell’ex direttore generale della società viola

Il dg del Lecce, Pantaleo Corvino ha parlato a Radio Toscana del presente della Fiorentina:

“Dieci anni a Firenze come fai a non sentirteli addosso con senso di appartenenza e credo sia un record nella storia dei ds. Sono stati anni intensi, con qualche momento negativo: nel primo ciclo sono state fatte 4 qualificazioni in Champions, nel secondo abbiamo fatto 70 punti il primo anno, 58 il secondo e il terzo a fine dicembre eravamo a 3 punti dalla zona Champions con la squadra più giovane d’Europa e poi… Il meglio l’ho dato nel secondo ciclo dove c’era un ambiente più tossico che non ci ha facilitati, rispetto al primo dove c’era tanto entusiasmo. Negli ultimi anni passati a Firenze sono stati fatti passi importanti, anche per le giovanili con tanti titoli nazionali e per la Femminile con la vittoria dello scudetto”.

VLAHOVIC.Mi aspettavo che avesse potenzialità straordinarie: ho ricevuto tante critiche perché pagai il suo ingaggio con un anno di anticipo per 1,5 milioni e per un giocatore che occupava lo slot da extracomunitario. E’ un ragazzo straordinario e me ne accorsi subito dalla sua famiglia che credeva in lui più di me: sua mamma mi disse: ‘Direttore, lei ha presto il nuovo Batistuta’, e io gli risposi: ‘Mi andrebbe bene anche un nuovo Toni’. E’ un ragazzo che non ha bisogno di consigli”.

FIRENZE.Non mi piace parlare del passato, piuttosto di quello che è il presente della Fiorentina e il futuro di questa squadra. Dico solo l’ultima cosa perché mi sembra doveroso e qualcuno ha provato a distorcere la realtà. Quando ho lasciato nel primo ciclo l’ho fatto perché mia madre era entrata in coma e le sono stato accanto fino alla fine. Nella mia seconda avventura invece come ho già detto il clima non era bello, ma con il budget a disposizione abbiamo fatto grandi cose”.

ROSA ATTUALE.Questa squadra è stata progettata in modo intelligente e la fase offensiva e quella difensiva si bilanciano bene. Ci sono buoni segnali in questo inizio di stagione che fanno pensare a una squadra che può fare cose importanti, anche se sono passate solo 6 giornate”.

NASTASIC. “Contento per il ritorno di Nastasic, è un bravo ragazzo e giocatore forte. Ci siamo scritti dopo il suo ritorno e l’ho sentito pieno di gioia”.

RUOLO DEL DS OGGI. “È cambiato molto: una volta contava la dirigenza scelta dal club, oggi molti club sono indebitati e le idee per far tornare i conti contano più che fare calcio senza problemi economici. Oggi le squadre si fanno con pochi soldi e tante idee”.

LUCCA. “Sta dimostrando potenzialità importanti anche se sono passate solo 6 gare”.

ANTOGNONI.Giancarlo avevo provato a portarlo in società già nel primo ciclo quando arrivai a Firenze, ma mi trovai a far fronte di una situazione societaria che teneva in conto tanti aspetti. Sono riuscito a portarlo dentro nel secondo ciclo. Giancarlo è una persona a cui non puoi non voler bene”.

OLIVERA, CRISTOFORO E THEREAU. “Gli acquisti sbagliati si devono rimproverare quando hai speso 15-20-30 milioni di euro, non quando hai speso 3-4 milioni in piazze come Firenze, Napoli, Roma o Milano sono operazioni che devi mettere in preventivo. E poi devi considerare se sei in attivo o in passivo: è lì che si capisce se un direttore ha sbagliato o no”.

ALLENATORI ITALIANI. “Gli allenatori bravi secondo me sono quelli che rimangono convinti delle loro idee a prescindere dai calciatori che hanno a disposizione. Tra quelli che preferisco quest’anno c’è Spalletti, che in poco tempo ha saputo far valere il suo modello di calcio nonostante sia succeduto ad un allenatore con idee forti come Gattuso, cambiando pochi interpreti rispetto all’anno prima. Pure Italiano spicca per avere un proprio modello, occupando tutte le zone del campo con equilibrio. Per me Italiano è un predestinato, un allenatore sulla strada giusta per diventare un grandissimo allenatore”.

DELLA VALLE. “Certo che continuo a sentirli, come è ovvio: hanno fatto parte di una società che per dieci anni mi ha supportato”.

ITALIANO. “Italiano spicca come tutti quelli che hanno un proprio modello. Occupa tutte le zone di campo e ha un equilibrio sia in fase difensiva che in fase offensiva. Per me è un predestinato ed è sulla strada giusta per diventare un grandissimo allenatore. Vedo che cambia gli interpreti, ma non il suo modello”.

TORREIRA-LIVERANI. Sono due giocatori che giocano davanti alla difesa, dei play, ma poi devi saperli distinguere tra quelli che sanno organizzare il gioco e quelli che aiutano in fase difensiva. Sono dei play di costruzione con caratteristiche leggermente diverse”.

 

 

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