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Calciomercato

Corvino: “Impreparati alle regole Figc. Sousa, Drago, Capezzi e i giovani…”

Pantaleo Corvino parla così a RadioBruno: “Sempre difficile accontentare per la storia questa città, questa società, per arrivare al massimo a livello calcistico. Per migliorarci manterremo la struttura che ha dato tante soddisfazioni l’anno scorso nel girone di andata,proseguendo il lavoro di Sousa. Questa è la nostra linea, agendo anche a fari spenti. Attraverso le cessioni delle seconde linee vogliamo far qualcosa in entrata, che tenga conto del presente ma anche del futuro. Dissi no a Guidolin per Prandelli? Si, feci quella scelta perché con un tecnico devi partire da un fidanzamento per poi arrivare al matrimonio. Poi con Guidolin con il tempo ci siamo spiegati. Con Sousa, anche se era allenatore prima che arrivassi io, non è ‘mio’ allenatore, ma ho capito che era allenatore giusto per la Fiorentina, e il lavoro che ha fatto sul campo parla chiaro. Mi è molto piaciuto, deve partire così il rapporto tra direttore e allenatore. Con un’idea di calcio che ci deve accomunare. L’idea di calcio c’è, questa città lo richiede. Siamo uomini di campo. Vogliamo far venire allo stadio i nostri tifosi per convincerli che vogliamo dare un’idea di calcio precisa. Regole Figc? La Federazione ha imposto delle regole, quella dei 25 giocatori e di 4+4 di settore giovanile. A queste regole credo che ci siamo arrivati impreparati, non tenendole conto. Chi non ci ha pensato ci sta soffrendo, noi siamo tra quelli. Ho lasciato la Fiorentina che c’erano 8 italiani e 3 stranieri, ora è diverso. Bisognava arrivare preparati a queste regole, la maggior parte dei club italiani non sono preparati. Io a Bologna avevo 10 italiani in campo l’anno scorso spesso. Bisogna far di tutto per riparare, prendere le misure migliori per questa fase. Capezzi e Fazzi?Argomento molto complesso, ma voglio far capire come sono andate le cose.Noi ci siamo trovati con il contratto a scadenza tra un anno, evidentemente se è così con un ragazzo vuol dire che non ci credi. Quando ti trovi in questa situazione, o ci credi ciecamente, ma allora dai più soldi di quanto il giovane valga in quel momento, perché ognuno fa i propri interessi, o lo lasci. Noi abbiamo pensato che non fosse giusto nel rapporto qualità-richiesta d’ingaggio, e abbiamo fatto una scelta. Firenze? È stato come se non me ne fossi mai andato. Mi sono trovato bene, e sono motivato come e più di allora. I Della Valle? Li ho trovati come sempre, disponibili a continuare a fare tanti sacrifici come hanno sempre fatto. Desiderosi di tenere una Fiorentina sempre ai vertici. Consapevoli che questo vuol dire fare sacrifici economici, ma questo loro vogliono farlo. Rossi? È stato sempre un calciatore che ho apprezzato, e anche di più, visto che trovandomi a Rovereto per definire con le firme per prenderlo a 9,5 milioni quando tornò al Manchester dal Parma, con ingaggio ‘da Fiorentina’, quando c’erano Toni e Mutu a Firenze, avevamo raggiunto l’accordo quinquennale a 700 mila euro, poi i Pastorello ricevettero una telefonata dal Villareal e gli offrirono 1,3 milioni, con tassazione molto diversa dalla nostra. E tutto sfumò. Però questo è il passato, Rossi è un giocatore della Fiorentina che io mi ritrovo. Ho parlato con Pastorello, abbiamo deciso di rivalutare la situazione nell’interesse del giocatore e del club. Gomez? Su Gomez non faremo sconti a nessuno, è un grande giocatore, lo sta dimostrando, e spero che magari domani faccia due gol, e l’Italia ne faccia tre. Escluso che rimanga a Firenze? Abbiamo in rosa 6 attaccanti, e questa sarà una partita a scacchi. Le mosse bisogna farle di volta in volta, vediamo cosa succede.Pressione di dover inventare qualcosa senza soldi? Non la sento, stiamo lavorando a fari spenti, con umiltà e tanta energia. Sapendo l’importanza della squadra per i tifosi, per non deludere anche la società, facciamo del nostro meglio. Sappiamo che a fine mercato dovremo fare una Fiorentina che lotti per i vertici. È quello che noi stiamo cercando di fare. Sono un animale da traino, non mi accorgo dalla fatica delle responsabilità. A fine agosto tireremo le somme. Diks? Si annuncia un calciatore quando ci sono le firme finali di tutte le parti. Mancano le firme, quindi non posso annunciarlo. Stiamo cercando di tenere la struttura portante, e di acquistare alternative importanti, con giovani di potenzialità che nei prossimi anni possono essere valori economici. Chiaro che sono potenzialità, bisogna avere pazienza. Diks come Dragowski, e altri che arriveranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni, seguono questa linea guida che ci siamo dati con Sousa. Bel gioco? Per avere questo bisogna che l’allenatore abbia il materiale a disposizione, e un’idea giusta. Quest’organico ha dimostrato di avere qualità, vogliamo alimentarlo tenendo conto del presente e del futuro. Dragowski come Neto? Su Neto ero convinto che sarebbe diventato un portiere importante, aveva qualità. Avevo però una remora, che non sarebbe mai potuto diventare importantissimo. Sulla sua struttura c’era qualcosa che metteva in dubbio che potesse arrivare davvero al top. Dragowski invece mi ha convinto che un domani possa arrivare davvero al top, più di Neto.È un ragazzo che seguivo già a Bologna, poi non avevo budget quest’inverno ho dovuto rinunciare, per poi tornare subito ad aggredire a Firenze. C’erano il PSV e altri club dietro. Emozione di tornare al Franchi? Sono tornato da avversario dopo 4 anni, quella sera ho avvertito una sensazione che mai mi era capitata. Quello striscione dei tifosi mi colpì molto. E sarò emozionato alla prima partita ufficiale. Messaggio ai tifosi? Sento l’importanza dei tifosi verso la squadra, sono sicuro che i tifosi sanno che noi faremo il massimo per soddisfarli. Faremo il massimo per dare un’idea di quello che stiamo facendo. Con la speranza che sia capita e supportata, convinti di non deluderli. Ce la metteremo tutta, per creare una Fiorentina che lotti sempre per i vertici. Come vogliono tifosi e proprietà”.

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