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CorSport: Vlahovic, l’ultimo regalo di Prandelli. E’ il centravanti che la Viola cerca da anni

Dusan segna ancora e rende più dolce il ritorno di Iachini: un pallone, un gol. Ora va a caccia di Simeone, Kalinic e Pepito Rossi

Dusan Vlahovic, l’ultimo regalo di Prandelli. Un gol nei primi due mesi di Iachini, undici nei quattro mesi di Cesare, e un altro ancora ieri, per rendere più dolce il ritorno di Beppe sulla panchina viola. Dal 16 dicembre a oggi, i gol di questo ragazzone sono 12, meno soltanto di Ronaldo e Muriel. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

MARCHIO DI FABBRICA. Anche a Marassi gli hanno dato un solo pallone e non certo di quelli da sospingere in rete, un pallone con le spalle girate alla porta del Genoa, ma il giovanotto dal sinistro d’oro l’ha messo dove Perin non poteva arrivare: giravolta su se stesso, diagonale col suo marcatore Radovanovic preso in controtempo, palla sul secondo palo. Questo tipo di gol sta diventando un marchio di fabbrica, un modo per imporre la sua tecnica, la sua forza e la sua determinazione.

CACCIA A KALINIC E PEPITO. È un sinistro letale (soltanto Lukaku ha segnato più di lui col mancino) ed è finalmente il centravanti che la Fiorentina cerca da anni. Adesso ha nove partite per raggiungere Giovanni Simeone, l’ultimo 9 viola ad aver segnato 14 gol nel 2017-18, gliene manca uno solo. Ma con questa condizione e questa convinzione può salire ancora, può puntare ai 15 di Kalinic nel 2016-17 e anche ai 16 di Pepito Rossi nel 2013-14.  

TENUTA. Vlahovic è quanto di meglio possa offrire oggi la Fiorentina che da Genova torna comunque rafforzata sia in classifica che nel morale. Il rientro di Iachini ha portato al secondo risultato utile consecutivo in trasferta, con una prestazione non memorabile ma comunque accettabile, anche per il secondo tempo giocato in dieci. Con l’uomo in meno, mentre Ballardini spediva in campo un attaccante dietro l’altro, la Fiorentina ha dato quanto meno la sensazione di una nuova solidità. Aveva subìto il gol per colpe evidenti di Martinez Quarta e Milenkovic, ma poi i due si sono ripresi bene, sorretti con tecnica e autorevolezza da Pezzella. Sul piano della tenuta, la squadra di Iachini è stata convincente, in quel secondo tempo il Genoa non è mai stato davvero pericoloso. 

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