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CorSport: sensibilità e valori. Cesare, speriamo non finisca qui

Prandelli

L’articolo di Alberto Polverosi sull’addio di Prandelli alla Fiorentina e, forse, al mondo del calcio

Caro Cesare, ci conosciamo da una vita e se ti dico che questa tua decisione non mi sorprende mi devi credere. Così scrive Alberto Polverosi sul Corriere dello Sport. Io c’ero quel maledetto pomeriggio di Nadal, dove si è esaurito lo splendore della tua carriera per lasciare il posto a scelte sbagliate e avventure deludenti. Ti alzasti dalla panchina mentre l’Uruguay festeggiava, arrivasti in sala stampa e annunciasti le tue dimissioni: «Ho sbagliato, me ne vado». Lasciavi soldi e un posto di lavoro in un Paese dove nessuno ha mai il coraggio di ammettere una sua sconfitta e ancora meno di dimettersi. 

SENSIBILITA’. Quel coraggio a te non è mai mancato. Sei un vecchio ragazzo di una sensibilità unica per il tuo mondo (o ex mondo), sei profondo, sei disponibile, vivi dentro un’umiltà e un’educazione di cui devi essere orgoglioso e ringraziare tuo padre e tua madre. Hai così tanti valori che proprio non si legano all’epoca in cui viviamo. E non c’entra il calcio, l’ombra che tu avverti è l’ombra che avvolge il pianeta e chi lo abita. 

SPERO NON FINISCA QUI. La tua lettera è bellissima, profonda, triste e di un’onestà spietata. «Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne». Io spero il contrario, spero che non finisca qui, magari non torni in panchina, ma quello che sai di calcio, come lo spieghi, come lo trasmetti, non può restare chiuso dentro di te. Saresti troppo egoista e non lo sei. «Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più». Questo sì, lo capisco, eccome.

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