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CorSport, Polverosi: “Thiago Motta, Palladino e i contesti giusti”

La sensazione è che i due allenatori non abbiano ancora compreso fino in fondo cosa significa allenare Juventus e Fiorentina

Domenica si gioca Fiorentina-Juventus, la partita degli allenatori più criticati di questo periodo (e non solo), scrive Alberto Polverosi sulle pagine del Corriere dello Sport. A Palladino è stata affidata in estate una squadra tecnicamente più dotata delle scorse annate, a gennaio è stata ancora rinforzata, ma i risultati e il gioco stentano. Molto. A Thiago Motta hanno chiesto di rilanciare la Juve che Allegri aveva lasciato al terzo posto e con la Coppa Italia, ma l’ardenzino non era più amato da una parte di tifosi e dalla dirigenza. Giocava male la Juve. Vero, bene non giocava di sicuro, la differenza con la Juve di oggi è evidente: prima giocava male, ora non gioca. E se a Palladino hanno messo in mano una squadra (anzi, un organico) più forte rispetto a quella di Italiano, a Thiago Motta hanno consegnato giocatori che valgono centinaia di milioni. […]

Passiamo a Palladino. Commento dopo la partita di Napoli: «Ho visto una squadra coraggiosa». La Fiorentina è stata così coraggiosa che ha subìto la bellezza di 19 tiri (a 8) e di questi 11 (a 2) sono finiti nello specchio della porta, tantoché De Gea, con le sue nove parate, ha salvato la squadra da una disfatta. Ha detto di aver visto cose buone da cui ripartire. Nel primo tempo, l’unico schema d’attacco è stato il lancio lungo del portiere per Kean (5 volte nei primi 20’), palloni che regolarmente finivano fra i piedi di Rrahmani e Buongiorno. Certo, nella ripresa c’è stato un risveglio, dopo un bel po’ di tempo Gudmundsson ha ritrovato un gol degno del suo talento, ma la Fiorentina si è fermata lì. Giovedì ad Atene si era addormentata nel secondo tempo (cit. Beltran), domenica a Napoli non si è presentata nel primo tempo. […]

La Fiorentina, travolgente fino all’inizio di dicembre (31 punti nelle prime 14 partite), è in una flessione preoccupante (14 punti nelle ultime 14 partite). La sensazione è che i due allenatori non abbiano ancora compreso fino in fondo cosa significa, ovviamente su piani differenti, allenare Juventus e Fiorentina. Sono tutt’e due giovani, con poca esperienza ma tanta ambizione, devono crescere e lo faranno, però prima di tutto devono capire la dimensione, le aspettative, diciamo pure le esigenze dell’ambiente che li circonda. Thiago potrebbe spiegare una batosta del genere con la gioventù se fosse ancora l’allenatore del Bologna, e Palladino potrebbe dire di aver visto la sua squadra coraggiosa a Napoli se fosse ancora a Monza. Invece allenano Juve e Fiorentina ed è davvero un’altra cosa.

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