La Fiorentina si è fermata e ora deve intervenire Commisso. Ora serve la voce della proprietà, non a distanza
Dalla scomparsa di Barone a oggi, Commisso è venuto a Firenze solo tre volte, eccettuati i giorni subito dopo la tragedia, tre volte in 10 mesi. È sempre stato presente a voce, con telefonate o videochiamate. La sua assenza fisica non si avvertiva perché la squadra stava volando, risultati e gioco, più risultati che gioco, ma tutto filava liscio. Era un piacere vederla anche da New York. Poi la Fiorentina si è fermata e ora deve intervenire Commisso. Ora serve la voce della proprietà, scrive sul Corriere Dello Sport Alberto Polverosi.
La barca va rimessa nella rotta giusta senza aspettare oltre. Commisso deve capire (e non può farlo a distanza di migliaia di chilometri) cosa è successo a questa squadra, quali siano le ragioni per cui si è smarrita, perché l’allenatore continua a schierare Colpani mandandolo al massacro (la sostituzione al 90′ era come un invito al Franchi di seppellire il giocatore dai fischi, e così è stato), perché quando parla della condizione di Gudmundsson si riferisce alla preparazione che non ha fatto pur essendo già a gennaio, perché insiste con Comuzzo che da un mese non è al meglio e lascia Pongracic in panchina, e soprattutto perché si ostina a schierare due centrocampisti contro squadre che giocano con tre uomini in mezzo al campo. Ma le stesse domande Commisso potrebbe farle ai diretti interessati: caro Gud, che ti sta succedendo? Ti abbiamo pagato un occhio della testa, perché non rendi? Caro Comuzzo, sei in difficoltà fisica, atletica o che altro? Caro Adli, perché ti sei fermato? Caro Colpani, perché non punti mai l’uomo? Urge, insomma, l’intervento di Rocco Commisso.
Di
Redazione LaViola.it