Rassegna Stampa

CorSport: Palladino, esaltazione e depressione. Ecco la strada per prendersi Firenze

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Momenti di godimento puro, il record delle 8 vittorie ma anche un ritmo-retrocessione da dicembre. Obiettivo Europa

A Firenze si è discusso e si sta discutendo tanto di Raffaele Palladino, come era accaduto a Italiano del resto. Càpita quando un allenatore giovane fa un salto di livello. Se i “vecchi” come Ranieri e Ancelotti devono vincere per non sentirsi dire che sono bolliti, lo stesso accade per i giovani per non sentirsi dire che sono immaturi e che hanno poca esperienza. Quando Commisso lo ha portato a Firenze sapeva bene l’età del suo nuovo allenatore, ma gli è piaciuto lo stesso. Ha fatto bene? Lo scopriremo alla fine di questa stagione, per ora il giudizio è sospeso. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

ESALTAZIONE E DEPRESSIONE. Palladino ha fatto vivere a Firenze momenti di pura esaltazione (come quello attuale dopo il 3-0 con cui ha sepolto e umiliato la Juve) e momenti di autentica depressione. Ha vinto otto partite di fila, eguagliando il record storico della Fiorentina più forte di sempre, quella degli anni 50-60, ed è fra i pochi tecnici viola ad aver battuto Inter, Milan e Juventus nello stesso campionato. Eppure questo non è sufficiente per una promozione definitiva. Anche pochi giorni fa, prima del 3-0 ai bianconeri, una parte di Firenze chiedeva il suo esonero. Quando a metà dicembre si è interrotta la striscia delle 8 vittorie di fila, la Fiorentina ne ha infilata un’altra da brividi, 13 partite con 8 sconfitte, 2 pareggi e 3 vittorie, totale 11 punti, media-retrocessione, era terza ora è ottava.

A SUO AGIO. Palladino deve ancora sciogliersi, deve cominciare a sentirsi a suo agio, deve sveltirsi nelle scelte, continua il CorSport, deve far capire a chi gli sta di fronte che la panchina della Fiorentina non è troppo larga per lui. Ha cominciato con la difesa a tre, perché così l’aveva immaginata durante il ritiro, con risultati e gioco scadenti, e prima di cambiarla, nonostante la pressione di quasi tutta Firenze, ci sono volute 6 partite ufficiali senza una vittoria. Aveva avuto una bella intuizione, quella di mettere Bove a sinistra nel 4-2-3-1). Quando ha perso Bove, ha proseguito col solito modulo ma mettendo al suo posto un’ala d’attacco come Sottil, così la Fiorentina ha perso equilibrio e contro le squadre che schieravano tre centrocampisti andava subito in sofferenza. A gennaio c’è stato il cambiamento di rotta, sono sparite le ali e sono arrivati i centrocampisti, ma prima di mettere bene a fuoco le nuove caratteristiche si è visto Fagioli impiegato come trequartista/seconda punta alle spalle di Zaniolo centravanti e al fianco di Beltran esterno (contro il Como, 2-0 per Fabregas, mancava Kean).

MIGLIORARSI. Va detto che il livello tecnico dell’organico si è sensibilmente alzato nel confronto con le stagioni precedenti. Potremmo sbagliare, ma nell’èra-Commisso non si era mai vista una concentrazione di buoni e forti giocatori come quest’anno. L’obiettivo è migliorare rispetto all’anno scorso quando la Fiorentina è arrivata ottava ed è finita ugualmente in Conference League per la promozione della quinta italiana in Champions. Nel campionato scorso, dopo 29 giornate i viola erano ottavi con 43 punti, oggi sono ottavi con 48 punti. Per questo la verifica definitiva per Palladino è rinviata a fine stagione. Se prenderà slancio dal 3-0 alla Juve, arriverà la promozione.

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