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CorSport: l’urna dice bene alla Fiorentina. Occhio al Pana, ma evitato il Chelsea

Il vero obiettivo era evitare i Blues di Maresca: missione riuscita. Anche se sul cammino dei viola ci sono i greci e il Betis

L’urna di Nyon dice tutto sommato bene alla Fiorentina, anche se, visto il blasone della maggior parte delle squadre rimaste in ballo, era quasi impossibile il contrario. E anche se, agli ottavi, i viola incroceranno una delle società più blasonate della Conference, il Panathinaikos. L’importante era però evitare di trovarsi tra i piedi il Chelsea nei prossimi turni: missione riuscita, blues e viola potranno incontrarsi solo in finale. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

DI NUOVO ATENE. La strada per Wroclaw (Polonia, teatro dell’ultimo atto di Conference in programma il prossimo 28 maggio) è però ancora lunga. E ricomincia ad Atene, a pochi passi dal teatro di uno dei più grandi traumi recenti della storia gigliata. Non sarà l’Agia Sophia Arena dell’Aek, di fronte non ci sarà l’Olympiacos, ma il ritorno in Grecia provocherà qualche incubo ai (pochi) superstiti della finale di maggio scorso. Di fronte il Panathinaikos, gigante ferito del calcio ellenico, 120 anni di storia, 20 campionati domestici, una finale di Coppa Campioni nel ’71, ma attualmente terzo in Super League tura a -5 dall’Olympiacos e capace di superare il playoff di Conference contro il Vikingur soltanto al fotofinish della doppia sfida, con la rete di Teté al 95′ del ritorno.

STELLE E VECCHI AMICI. Il tutto avvenuto nel semideserto dello Spyros Louis (lo stadio Olimpico di Atene). Probabile che ci sia un altro clima il 6 marzo prossimo, quando nell’impianto da 70mila spettatori arriverà la Fiorentina. Di fronte i ragazzi di Palladino si troveranno una squadra allenata da Rui Vitoria, cinquantaquattrenne lusitano giramondo, che ha a disposizione una rosa piena di ex meteore e vecchie conoscenze italiane. C’è ad esempio Azzedine Ounahi, in prestito dal Marsiglia, una delle stelle più luminose col Marocco nel Mondiale in Qatar; c’è Teté appunto, esterno brasiliano (in tutto e per tutto) giustiziere del Vikingur; c’è Fotis Ioannisdis, punta strutturata ma molto rapida, capitano e nazionale greco, autore di tre reti in Conference; e poi ci sono tre ex Serie A: l’ex meteora della Roma Tin Jedvaj – attualmente infortunato al pari di un altro titolare come l’attaccante ex United Facundo Pellistri -, Filip Djuricic (Sampdoria e Sassuolo), trequartista che se in serata rimane un lusso per queste latitudini, ma soprattutto Bartlomiej Dragowski, il grande ex, 86 presenze col giglio sul petto dal 2016 al 2022, adesso portiere titolare e leader dei trifogli d’Atene.

TABELLONE. Andata il 6 marzo in Grecia (alle 18.45), ritorno il 13 (alle 21) al Franchi. Un dettaglio non da poco, che si potrebbe ripetere anche nei restanti turni: da qui alla finale di Wroclaw la Fiorentina avrà la possibilità di giocare tutte le gare di ritorno in casa. Dando poi uno sguardo al tabellone, oltre ad aver evitato il peso massimo Chelsea, i viola devono fare i conti con la possibile semifinale col Real Betis o con il Vitoria Guimaraes, mentre ai quarti potrebbero incontrare la vincente tra Celje e Lugano.

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