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CorSport: incubo Viola, scelte scellerate di Prandelli. Ora il Crotone tra speranza e terrore

Il Napoli passeggia sulle difficoltà della Fiorentina, le cui contraddizioni nascono da lontano. Il tecnico gigliato ci mette del suo

La trasferta di Napoli trascina la Fiorentina nel gorgo della paura d’una giornata perfida e persino «infame», dalla quale esce mica solo con le ossa rotte. Il senso di «pienezza» d’un 6-0 scintillante, perché dentro c’è il talento puro di Insigne e quello altrettanto limpido d’una squadra sfarzosa, risistema Gattuso con l’umore giusto per avvicinarsi alla Juventus, per lasciarsi alle spalle qualche rimpianto e aggrapparsi a sogni che rinascono così, quasi d’incanto. E la Fiorentina, che in un incubo del genere se deve stare per cinque giorni ancora, sino a sabato prossimo, è consapevole che il Crotone rappresenti una specie di spartiacque: da una parte la speranza ma dall’altra il terrore di ritrovarsi tra le onde della crisi. Così scrive Il Corriere dello Sport.

TROPPO POCO. La Fiorentina è racchiusa in un fazzoletto di partita, quell’usa e getta che dal 23’ al 32’ sprigiona energia laterale (con Venuti e Biraghi), una girata di Ribery divenuta materia per Ospina, un’auto-traversa di Demme e poi nient’altro che si ricordi, se non gli strafalcioni di Castrovilli e di una difesa a tre che non appartiene a Prandelli e che alle proprie scellerate scelte aggiunge l’assenza di protezioni. Il Napoli è tanto, è troppo, è esagerato, strappa in verticale perché in mezzo ha una diga (Demme e Bakayoko) che non t’abbandona, si diverte da una parte e dall’altra con Lozano e con Insigne, tra le linee se ne va con la leggerezza di Zielinski e poi ha la possibilità di buttarsi in un campo lasciato colpevolmente aperto dalla Fiorentina.

SPARITA. Il Napoli fa tutto bene, pure statisticamente («soltanto» sette conclusioni in porta) ma anche tatticamente: ha spazi, una consistenza incoraggiante e un’ispirazione che alimenta la fantasia dalla trequarti in su ed è dilagante. La Fiorentina è capace di esprimere il peggio di sé, lasciando rievocare il sospetto d’essersi lanciata nella zona rossa sin dall’estate scorsa, attraverso un «progetto» pieno di contraddizioni. La Fiorentina riflette sui suoi giganteschi strafalcioni, l’inadeguatezza di una squadra che si appiattisce sino a sparire in fretta, praticamente subito nella sua scivolosa natura che si smarrisce come in un vicolo cieco oltre il quale c’è il buio. 

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